Sappiatelo,
ho deciso. Avrei voluto farlo e basta, ma poi mi sono detto “Un po’ di
educazione, dai. Avvisa i tuoi accaniti lettori di cosa fai e del perché lo
fai”. Ho avuto l’illuminazione quando ho visto un post di 3Italia su Google+.
Diceva “Saresti disposto a stare 3 mesi senza smartphone, pc, internet, social, ecc
per la modica cifra di 3mln di $ ?” Ecco, questa sì che è un’opportunità, ho
pensato, non capiscono un tubo quelli che credono che il web non dia queste
fantastiche possibilità, che non possa imprimere una svolta alla nostra vita. E
allora, ho deciso, mi butto. Cosa volete che siano 3 mesi: 12 settimane, 90
giorni, solo 2160 ore. Oh, sia chiaro, io lo faccio solo per mettermi alla
prova: sì, c’è la ricompensa finale ma io lo farei anche per 1/10 di quella
cifra (l’ho anche scritto, guardate qui se non ci credete). Spero almeno
che i 3 mesi finiscano prima di Natale, altrimenti qualche amico o parente
lontano potrebbe preoccuparsi non sentendomi in nessun modo, tranne che io
recuperi qualche piccione viaggiatore d’antan.
Dovrò
fare essenzialmente uno sforzo di memoria, provare a fare mente locale su
com’era la mia vita prima dell’attuale invasione orgiastica di tecnologia, in
cui ci crogioliamo. Dunque, tra i vari oggetti citati nella sfida, il primo che
girava a casa era un cellulare Nec P100, anno di grazia 1994, però non ne diventai
granchè dipendente visto che lo usava perlopiù mia sorella, lavorando fuori
paese e dovendo sottostare alla solita apprensione di nostra madre. Dopo due
anni mi feci la connessione a internet, all’inizio si pagava il solo scatto
alla risposta: una vera pacchia. Poi, nel ’98 arrivò il mio primo vero
telefonino, vivevo a Milano, come avrei fatto senza? Il ricordo principale che mi
sovviene è l’incredibile tariffa: 2000 lire al minuto ! Infine, saltando di
alcuni anni, nel 2009 ho esordito nel mondo surreale dei social network.
Riavvolgendo
il nastro, all’epoca per comunicare c’era solo il telefono fisso, conoscevi una
ragazza interessante e per rivederla dovevi solo sperare, o farti dare qualche
info da un’amica comune; le ricerche si facevano sull’enciclopedia e qualche
volta alla biblioteca comunale; quando non avevi voglia di uscire guardavi la
tv (senza demand), con un numero di pollici e di canali “umani”, oppure
ascoltavi un bel 33 giri, graffi compresi; se volevi salutare gli amici,
passare una serata insieme, li cercavi, ci uscivi e ti divertivi un sacco; l’unico
motivo per non guardare negli occhi una persona era un’eventuale timidezza. Caspita,
era una vita normale, l’ho fatta per più di 25 anni, perché non potrei vivere in
tal guisa solo per 3 mesi ? sarebbe come bere un bicchiere d’acqua con, in più,
il traguardo finale del premio (ok, ho barato, lo faccio anche per i soldi, con
i tempi che corrono….). E poi staccare mi farà bene, lo stress diminuirà, trascorrerò
più tempo con i miei cari, condurrò solo vita reale (magari evitando chi ne fa
troppa di virtuale), mi dedicherò ai miei tanti hobbies: la poesia (anche se
non l’ho mai abbandonata), la pittura astratta (lasciata indietro causa Zuckerberg),
il bricolage manutentivo (sarà contenta mia moglie), le passeggiate (un hobby
forzato causa problemi ad un ginocchio ma, chi lo sa, magari in 3 mesi mi
appassiona anche questo…). Se proprio sentirete la mia mancanza il numero di
casa e il mio indirizzo (di posta, quella con la carta e le buche fuori dalla
porta) credo li possiate trovare facilmente.
Vi
abbraccio, a presto.
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