Melbourne sta definendo una vera e propria
strategia per le sue abitazioni,
basandosi sull’idea che quando si creano spazi per le persone con basso reddito se ne ricava un beneficio per tutta la comunità. Consentendo a queste persone di risiedere
vicino al proprio lavoro, essi possono migliorare la loro situazione finanziaria, diminuendo quindi la spesa pubblica
e contribuendo all'economia cittadina.
Ma la vera rivoluzione è che i cittadini stanno partecipando a tale
pianificazione edilizia.
Il
problema che la metropoli australiana sta cercando di risolvere è come
mantenere, se
non accelerare, la crescita economica
pur fornendo un tetto per i residenti
con difficoltà economiche. Le statistiche infatti parlano chiaro: c’è
stato un raddoppio degli abitanti negli ultimi 13 anni, fenomeno che potrebbe
ripetersi entro i prossimi 16. Di conseguenza il prezzo degli affitti è salito
vertiginosamente, andando fuori controllo. Il governo cittadino ha
così fissato un target di 1700 nuove unità immobiliari a prezzi accessibili
entro il 2021. La spesa vantaggiosa per chi acquista non corrisponderà ad una bassa qualità
delle costruzioni, nemmeno a superfici più ridotte, rispetto alla media di
quelle attuali; di più, si approfitterà per integrare prestazioni ambientali
particolarmente spinte.
Per
vincere le fisiologiche resistenze, sia dei costruttori che dei meno propensi
ad accogliere altri concittadini, gli amministratori australiani hanno pensato
di muoversi in due direzioni. Primo, educare il pubblico sulla necessità e sui vantaggi di
alloggi a prezzi accessibili, insomma creare una cultura di social housing: a tale scopo nel 2013 è stato presentato il testo Future Living come spunto di discussione
e diffusione delle tematiche. Secondo, coinvolgere direttamente
la comunità nel trovare soluzioni: per
questo è stato realizzato un sito web, denominato HomesForPeople, per far conoscere la bozza di
strategie agli abitanti di Melbourne, chiedendone un parere ed altre idee o
feedback che possano sostenere l’utilità e il miglioramento di questa
iniziativa. Nonostante pochi giorni fa sia terminata la consultazione popolare,
mediante HomesForPeople i cittadini possono ancora informarsi sul probabile
piano lavori, con relative tempistiche, che attende la metropoli per i prossimi
anni, conoscendone i benefici e gli eventuali disagi.
Spesso,
quando si parla di smart cities la tecnologia impera. E’ necessaria, nessuno lo
mette in dubbio. Ma casi come questi sono emblematici di come si possa creare
una vera smartness sociale, a maggior ragione in tematiche come l’assistenza ai
meno abbienti. Gli amministratori devono inevitabilmente farsi aiutare dai
cittadini nel redigere le politiche governative, garantendo trasparenza ed
applicando la vera democrazia partecipativa. Solo così si restituisce la città alle
persone, a chi la vive, la anima, a chi ne costituisce gli ingranaggi pulsanti:
ingranaggi che, coordinati in modo intelligente, ruotano e si muovono verso una
migliore qualità della vita, di tutti.
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