Gli scienziati cognitivi della Brown University, stato del Rhode Island, sperimentano una nuova frontiera della ricerca comportamentale, ma anche della tecnologia. Guidato dal professor Warren, il gruppo ha sviluppato nel VENlab (Virtual Environment Navigation laboratory) un sistema wireless di realtà virtuale per studiare un fenomeno non ancora molto chiaro: come i pedoni interagiscono tra di loro e come i comportamenti individuali, a loro volta, generano il movimento della folla. E’ un'esperienza quotidiana non solo per l’uomo ma anche per molti animali: basti pensare allo sciame delle api, ma anche a formiche, uccelli e pesci.
Sono stati reclutati degli studenti volontari e registrati i loro movimenti
utilizzando la tecnologia motion-capture. Si sono costruite delle configurazioni a gruppi di quattro, il
massimo consentito per avere un controllo accurato sugli eventi; ogni persona
era dotata di sensori wireless per registrare e modellare il comportamento tra
coppie di essi. All’interno dell’ambiente di osservazione vi
erano delle videocamere ed una griglia di fari ad ultrasuoni sul soffitto per
individuare la posizione dei volontari. I sensori
wireless, indossati come degli auricolari, servivano a
determinare, insieme a degli accelerometri, dov’è il
soggetto e cosa sta guardando nel
mondo virtuale. Con sofisticati algoritmi si è provato ad estendere i
risultati ad ogni gruppo di persone immerse in una vera folla.
Gli studi hanno evidenziato dei
comportamenti a sciame, ossia persone che camminano
insieme tendono ad assimilare la velocità e la direzione dei loro vicini. Ciò porta intrinsecamente alla nascita di un movimento collettivo. In pratica con la
folla virtuale si verifica lo stesso comportamento di quello reale: più persone
si avvicinano, maggiore è la loro influenza negli spostamenti e nelle decisioni
involontarie. Il professor Warren e i suoi collaboratori hanno così concepito
una vera e propria scienza dello sciame. E’ quanto già scoperto empiricamente
da alcuni casi di studio sociali, che ne sottolineano l’importanza e la forza in
relazione al concetto di resilienza urbana (si veda ad esempio UrbanExperience ).
In futuro si spera di
contenere più persone nello stesso
ambiente virtuale, anche in
stanze diverse: questo richiederà dei sensori speciali
per monitorare la loro posizione senza alcun hardware circostante, una sfida ingegneristica ancora più avvincente. Le applicazioni possibili per questi studi sono molteplici,
dalle tecnologie di ausilio per i non vedenti alla ottimizzazioni
dei percorsi per l’evacuazione, fino alla pianificazione e
progettazione urbana, perché le folle sembrano comportarsi
in modo quasi prevedibile, ma
l'ambiente che le contiene non sempre
è realizzato per tenerne conto.
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