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venerdì 4 luglio 2014

Il mio amico Giorgio




Nella vita abbiamo familiari ed amici effettivi, reali, con cui ci vediamo, ci vogliamo bene (quasi sempre), con i quali abbiamo contatti a pelle, ascoltiamo la loro voce e parliamo loro direttamente, ci guardiamo negli occhi. Poi ci sono quelli lontani, ma non perché noi ce ne siamo andati o l’hanno fatto loro, semplicemente perché appartengono a mondi diversi dal nostro. Ad alcuni forse capita di vederli, farsi fare un autografo, meglio, scattare un selfie insieme, ma non si può dire che il contatto sia comparabile ai primi. Eppure gli vogliamo bene lo stesso. Sto parlando di certi artisti che, a loro modo, lasciano un segno nella nostra vita oppure in quella di tanti altri. Uno di questi per me è Giorgio Faletti (parlerò al presente, lasciatemelo fare).

Lo seguo dai tempi del DriveIn, fin là lo si poteva considerare un comico come altri di quella combriccola di svitati, anzi forse in quel contesto alcuni l’avranno giudicata persona di basso livello.  Diversi di quei personaggi si sono sparsi in attività magari non degne di nota: Giorgio no, ha mostrato in tutti questi anni la sua poliedricità ad angolo giro, in molti settori. Ha scritto canzoni per nomi altisonanti (Mina, per fare un esempio), ne ha cantate alcune anche premiate dalla critica: ma i detrattori, si sa, quando prendono di mira non lasciano scampo, così hanno avuto da ridire pure in quelle occasioni. Per non parlare del cinema, con cui si è fatto conoscere dal grande pubblico negli anni ‘80, dopo aver iniziato da cabarettista al Derby a Milano, qualche tempo prima. Poi, dopo un periodo di silenzio, rieccolo agli onori delle cronache nel 2002 con il suo primo libro. Faletti scrittore ? chi l’avrebbe mai detto che Vito Catozzo, Carlino, Suor Daliso, accomunati dallo stesso cuore e la stessa mente, sarebbero passati dalla comicità (presunta) stupida a scrivere un romanzo? Di più, a vendere milioni di copie in tutto il mondo ? 

Non aggiungo nient’altro, i suoi successi editoriali sono alle luce del sole. Io ho letto tutti i libri (mi direte: solo sei, facile) e li ho apprezzati e goduti tutti, dalla prima all’ultima pagina; per me sono uno più bello dell’altro, mi sono lasciato avvincere ogni volta immedesimandomi nei suoi personaggi, fatti di umanità reale e di fantasia congegnata a puntino, creati da un uomo a volte schivo ma sicuramente plasmato intorno ad un’anima nobile. Leggere i suoi scritti, lasciarsi emozionare da quelle pagine e pensare spesso “chissà quando esce il suo prossimo libro” mentre ne finisco uno, lo fa entrare nella schiera di quegli amici lontani di cui dicevo all’inizio. Ai quali si vuole bene, un bene poco tangibile e naturalmente non corrisposto, un bene che è tanta stima, stima per chi si rimette in gioco e raggiunge risultati ancora migliori delle sfide già vinte in cui si è cimentato.  Perché a volte l’amicizia può venire anche dalla condivisione di certe vibrazioni, che lui prova quando scrive ed io sento quando leggo.

Ma il presente oggi è improvvisamente divenuto passato. Ciao Giorgio.

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