L'innovazione ha più senso quando si abilitano servizi efficienti e si fornisce una migliore qualità della vita ai cittadini ? Hanno risposto affermativamente a questa domanda il sindaco di Madrid Ana Botella e il suo staff. Al Palacio de Comunicaciones, sede del comune madrileno, stanno lavorando con IBM per trasformare il loro modello di gestione dei fornitori mediante l'utilizzo dei Big Data.
L'idea è che la città può
migliorare notevolmente la conduzione dei servizi pubblici - manutenzione stradale, illuminazione,
irrigazione, pulizia e spazzatura,
gestione dei rifiuti e così via -
valutando ciascun fornitore di servizi sulla base dei relativi livelli qualitativi.
In quanto a dati la capitale spagnola ne
vede transitare sin troppi: un milione di tonnellate di rifiuti domestici all'anno, 15 milioni di metri cubi
di acqua ogni anno, gestione di 1.7 milione di veicoli,
manutenzione di circa 300.000 alberi. Con
il nuovo approccio di analisi,
si potranno misurare più di 300 indicatori di prestazione (KPI) durante quasi 1.500
ispezioni giornaliere. Una mole enorme di lavoro che
solo l’avvento dei Big Data, fruibili grazie alle grandi potenze di calcolo
disponibili, poteva far concepire.
Fondamentale resta il
contributo dei cittadini. Per essi è prevista una piattaforma tecnologica
per contribuire a migliorare la qualità
dei servizi, anticipare i problemi e aiutare a coordinare le risorse.
Si potrà ad esempio segnalare un problema in tempo reale, usando dispositivi
mobili, ricevere un feedback immediato e
monitorare lo stato di risoluzione del problema.
Anche per questo motivo sono stati stanziati circa 15 mln di
Euro per tutto il progetto. Per l’IBM, attiva in molte metropoli mondiali per sviluppare
modelli strategici di smart cities, la completa integrazione
dei servizi pubblici di Madrid
diventerà ben presto un esempio che altre capitali europee potranno
imitare.
Ce la faranno anche Roma o Milano ?
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