Gli esperti informatici hanno capito da
tempo come i Big Data possano avere
un valore soprattutto se usati in tempo reale (qui ne avevamo già
parlato). Questo vale anche per i dati energetici, al fine di offrire nuovi
servizi ed opportunità per i clienti finali (senza dimenticare il profitto del
gestore, mi pare chiaro). Tutto ciò sta
diventando sempre più possibile grazie ai contatori intelligenti (smart meter) che, se da un lato devono
fornire informazioni semplici agli utenti, dall’altro devono convergere in un
sistema abbastanza potente per raccogliere e condividere le informazioni.
E’ anche per questo motivo che la
Commissione Europea, all’interno del programma di ricerca Horizon2020, ha
finanziato 2/3 del progetto Flexiciency,
guidata dal gestore italiano Enel, per ottimizzare e rendere fruibili i dati dei
contatori smart presenti in molte case europee, guardando anche a quelle case
che in futuro saranno dotate di questi dispositivi elettronici per la
rilevazione dei consumi. Il progetto, lanciato nei giorni scorsi a Roma, prende
il nome dall’unione dei due termini Flexibility
ed Efficiency (flessibilità ed
efficienza), parole chiavi sia per chi eroga questi servizi sia per coloro che
ne usufruiscono. Infatti gli
utilizzatori finali sperano non solo in un taglio dei costi ma anche
in offerte più mirate, in funzione delle varie esigenze, specie se utilizzatori
di energie rinnovabili.
Si tratta di
uno sforzo congiunto di 18 partner provenienti da dieci paesi europei, tra i
quali si segnalano, oltre ad Enel, la società francese ERDEF, la spagnola
Endesa Distribución e la svedese Vattenfall. L'obiettivo è quello di contribuire
al raggiungimento delle mission fissate per il 2020 (+20% di efficienza
energetica, -20% di emissioni di CO2, 20% di rinnovabili sul totale),
attraverso la modernizzazione delle reti di trasmissione e l'attuazione di
nuove politiche di mercato per promuovere la creazione di reti intelligenti.
Incrementando l’uso delle fonti rinnovabili, la micro-cogenerazione e le quote
di produzione di piccole di reti locali si otterranno minori costi ed una
ricaduta di benefici più facilmente condivisibili.
Il progetto
dimostrativo italiano coinvolgerà nella zona di Milano circa 5000 clienti, che
saranno dotati di servizi di monitoraggio avanzati, grazie al dispositivo Smart
Info di Enel. Grazie a Smart Info all’interno delle abitazioni si potranno verificare
i consumi e decidere come ottimizzarli mediante la comunicazione tra contatore
elettronico e dispositivi di uso quotidiano, come TV o smartphone. In Spagna la
fase di sperimentazione sarà gestito da Endesa Distribución, con lo sviluppo di
servizi simili per gli utenti finali della città di Malaga.
Nel grosso scacchiere della green
economy si possono fare importanti passi se a muovere le pedine sono anche i
gestori nazionali dei vettori energetici. Questo è ancora più vero quando si
creano collaborazioni e sinergie come questa di Flexiciency. Perché la
bidirezionalità creata dalle sorgenti di energia rinnovabili prodotte in
autonomia ha di fatto sensibilizzato maggiormente gli utenti, creando inoltre
nuove forme e nuovi flussi energetici. I maggiori produttori, che prima
guardavano alle nostre case solo come fonte di profitto, ora fanno parte di
un’ampia rete dalla cui intelligenza globale dipende anche il loro successo. I
big data di questa iniziativa, il loro utilizzo e i servizi ad hoc che ne
potranno scaturire sono il frutto di uno stravolgimento nel modo di intendere
il prodotto energia. E che magari potrà portare anche gli auspicati benefici
ambientali.
(fonte
http://www.enel.com/en-GB/media/news/launch-of-flexiciency-project-creates-a-new-market-for-energy-services-built-by-big-data/p/090027d9824149ee
; si ringrazia il sito www.telekom.com per la gentile concessione
della foto)
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