La sicurezza
dell’energia nucleare è stata da sempre il suo primo ed intrinseco problema,
sia per le cause da incidente che per i rifiuti radioattivi. Per chi ha
“qualche” anno come me, il disastro di Chernobyl del 1986 non è tra i ricordi più
belli; invece ai ragazzi del nuovo millennio la sorte mondiale ha proposto una
sorta di bis a Fukushima nel 2011. Giusto per citare due esempi molto noti. A
questi temi si aggiunge solitamente il costo elevato. I reattori nucleari
convenzionali costano molto di più delle centrali elettriche a combustibili
fossili (il confronto con le rinnovabili andrebbe fatto su ben altro) in gran
parte a causa delle norme di sicurezza che impongono pompe di raffreddamento
del nocciolo ridondanti e dispendiose, così come le strutture di contenimento.
Ora un prototipo di reattore a sali fusi, progettato dalla startup canadese
Terrestrial Energy, in collaborazione con l’Oak Ridge National Laboratory (ORNL)
del Tennessee, sembra funzionare in modo più sicuro ed economico dei
convenzionali.
Nei reattori
tradizionali l’acqua di raffreddamento viene pompata continuamente attorno al
reattore: se le pompe si fermano, il carburante inizia a surriscaldarsi e si può
avere rilascio di materiali radioattivi nell'ambiente. Nel reattore della Terrestrial,
l’uranio viene miscelato con un refrigerante a sali fusi. Se il combustibile
diventa troppo caldo provoca l’espansione della miscela, il che rallenta la
reazione di fissione e riduce il calore del combustibile: vi è quindi una auto-regolazione
della temperatura che ne impedisce il surriscaldamento. Inoltre, il liquido
bolle a temperatura più elevata dell'acqua, così non evapora anche se le pompe
smettono di funzionare. Ma, soprattutto, in caso di danneggiamento del reattore
le reazioni di fissione rallentano perché la soluzione di sali fusi solidifica,
limitando la diffusione di materiale radioattivo.
La
tecnologia a sali fusi in questo campo esisteva già da tempo, ma alla
Terrestrial ha fatto qualcosa in più, migliorando il progetto originario della
ORNL; gli ha dato una spinta anche l’agguerrita concorrenza di altri competitor
del settore, tra cui la Transatomic Power, spin off dell’MIT di Boston, che sta
spingendo sui mercati cinesi. Il risultato ottenuto dai progettisti canadesi
prevede una importante riduzione dei rifiuti nucleari, perché il reattore opera
a temperature quasi doppie di quelle convenzionali, migliorando l'efficienza e
riducendo la quantità di carburante necessaria. Poi, il reattore è stato
concepito in modo da poterlo produrre in un certo posto e trasportarlo al sito
di utilizzo all’atto dell’installazione. Infine, le principali componenti del
reattore si trovano in un'unità sigillata che può essere sostituita ogni sette anni,
rendendo più semplice la gestione dell’impianto.
Sarà la vera
rivoluzione energetica verso il nucleare pulito ? Difficile da dire. Certo che
prima di Fukushima c’erano importanti studi per arrivare al nucleare di IV
generazione, ma gli eventi funesti giapponesi hanno bloccato quegli studi. La
Terrestrial intende commercializzare il suo prodotto all’inizio del prossimo
decennio. Nel frattempo le energie rinnovabili dovrebbero essere talmente
mature e ben distribuite da soppiantare, se le governance lo vorranno davvero,
quasi totalmente le fossili. Succederà lo stesso anche per l’energia nucleare ?
(fonte
http://www.technologyreview.com/news/534366/resurrecting-a-meltdown-proof-reactor-design/; si ringrazia il sito www.archive.freeenterprise.com
per la gentile concessione della foto)
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