La Basilicata si va riscattando. Lo fa non solo per
il titolo europeo ricevuto dalla città di Matera, un onore per tutto il meridione
in grave difficoltà, ma anche per la volontà di innovare. L’ultimo esempio
viene dalla dematerializzazione dei dati clinici, in particolare quelli
radiologici, varata dalla giunta lucana e realizzata in collaborazione con
Aruba, grosso provider nazionale di servizi digitali, e con GMed, società
specializzata in software gestionali e di integrazione in campo sanitario.
Il settore medico ed ospedaliero è forse quello che
ha più bisogno di servizi smart ed efficienti. I pazienti e chi prenota un visita
ne sanno qualcosa. I processi in questo campo devo essere snelli e strutturati
in modo da garantire una risposta rapida e qualitativamente elevata. La regione
Basilicata ha pensato di sostituire la gestione cartacea, ossia le vecchie
lastre delle radiografie ma soprattutto i risultati dei più moderni strumenti
di diagnostica medica visiva (TAC e risonanza magnetica, i maggiormente noti),
con la loro versione digitale. Si parla di conservazione sostitutiva, come in
questo caso, quando si passa a metodi di archiviazione delle informazioni che danno
validità legale al documento informatico, aggiungendo valori fondamentali, quali
facile consultazione e rapida condivisione. Tutto grazie alla digitalizzazione:
fin’ora sono riusciti a registrare circa 3 milioni di referti in questa modalità.
E ci sono vantaggi anche di altra natura.
Innanzitutto economici, dato che si risparmia per la stampa dei referti
radiologici; poi si rispettano i principi di integrità (presenti nella nostra
Costituzione ma riaffermati dal Dlgs 150 del 2009) e quelli di opponibilità
verso terzi (in altre parole, l'idoneità di un atto giuridico ad esprimere la
sua efficacia anche nei confronti dei terzi e non solo delle parti). Di più, i
dati così fruibili hanno un tasso di sicurezza elevato, sia nei confronti del
diritto alla privacy che dal punto di vista della perdita di informazioni,
grazie a procedure e a protocolli all’avanguardia. In Basilicata stanno
pensando di utilizzare metodi simili anche con i dati amministrativi,
estendendo e diffondendo le procedure anche ai comuni: alcuni di questi stanno
già usufruendo dei data center regionali. Altre regioni hanno già sviluppato
sistemi simili, in ambito sanitario: l’Emilia Romagna, ad esempio, con il suo
Fascicolo Sanitario Elettronico.
Se i sassi di Matera balzano alla cronaca come
originali testimonial per la cultura europea, il resto del territorio non è da
meno in quanto a tecnologie e a servizi innovativi per i cittadini. Come a
dire, il vecchio si unisce al nuovo e, soprattutto, funziona, se ci sono
volontà governative e competenze a tutti i livelli. Una regione da cui,
nonostante il passato non rigoglioso, i territori vicini possono imparare e
crescere, disarcionando certi futili ego di chi li abita.
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