Questo blog tra 15 secondi si
autodistruggerà. Quindici, quattordici, tredici…
E no, non accadrà. Però vi confesso che ci
ho pensato. Alle scuole di comunicazione digitale insegnano che un blog, come
un sito, una pagina Facebook, insomma un posto virtuale dove mostrate qualcosa
di voi, sono tutte entità astratte che vanno alimentate. Con le parole, i
contenuti, le novità, i segni evidenti che ci siamo, che lavoriamo, per chi si
aspetta qualcosa da noi. Ma io qui manco da circa 4 mesi… Ok, il mio blog non è
mai stato di grandi pretese, vi rivelo che ho avuto post da più di 1000 contatti
e altri di soli 50. Lo so, si tratta di numeri ridicoli nel mare magnum del web. E poi dovrebbe
interessarmi poco, dato che non lo faccio per il vile denaro. Però…
Il muscolo cardiaco, indispensabile per la
vita, ma anche per l’amore - direbbe qualcuno, è unico. Non ce n’è un altro
uguale al nostro. Più tecnicamente, si parla di esclusività della firma
cardiaca, un po’ come l’impronta digitale o l’iride. Tale firma può essere addirittura
rilevata a distanza. Un nuovo dispositivo, sviluppato per il Pentagono dietro
richiesta delle forze speciali statunitensi, può identificare le persone senza
vederne il volto, usando la loro esclusiva impronta cardiaca con un laser a
infrarossi. Per ora funziona a 200 metri, ma distanze maggiori potrebbero
essere possibili con un laser più accurato.
Tra i diversi dispositivi di
identificazione biometrica a distanza, questo è quello che sembra promettere
meglio. Sono stati fatti dei test con analisi software dell’andatura, ma tale
analisi non è risultata affidabile quanto quella cardiaca. Il nuovo
dispositivo, denominato Jetson, utilizza una tecnica nota come vibrometria
laser per rilevare il movimento superficiale causato dal battito cardiaco.
Funziona anche se il bersaglio indossa camicia e giacca. L’approccio è simile a
quello solitamente utilizzato per controllare le vibrazioni a distanza in
strutture come le turbine eoliche. Ci vogliono circa 30 secondi per ottenere un
buon feedback, anche se al momento il dispositivo è efficace solo quando il
soggetto è seduto o in piedi.
Per preparare bene il dispositivo ad oggi
vi è la necessità di un database di firme cardiache. Si può però partire dai
dati biometrici che sono regolarmente raccolti dalle forze armate USA in Iraq e
in Afghanistan, aggiungendo appunto i dati cardiaci. Nel lungo periodo, questa
tecnologia potrebbe trovare molti altri usi: ad esempio, un medico potrebbe
eseguire la scansione di aritmie e altre condizioni da remoto, oppure gli
ospedali potrebbero monitorare la condizione dei pazienti senza doverli collegare
alle macchine.
Ma i naturali legami tra tecnologia e
cuore sono in continuo divenire. Se nel caso precedente si tratta di
riconoscimento perlopiù a fini militari o di sicurezza, è allo studio un altro
caso a scopi puramente sanitari. Avete presente Alexa, l’assistente domestico
di Amazon che risponde alle domande o interagisce con alcuni dispositivi
tramite i comandi della nostra voce? Sembra che possa venirci in aiuto in caso
di arresto cardiaco, semplicemente ascoltando il respiro modificato di chi
inizia a star male. Il sistema, sviluppato dai ricercatori dell'Università di
Washington, utilizza l'apprendimento automatico per identificare il suono
ansimante (noto come respirazione agonizzante) che un individuo emette in caso
di emergenza personale. Questo è un segnale di avvertimento precoce per oltre
la metà di tutti gli arresti cardiaci.
I ricercatori hanno addestrato il sistema
usando registrazioni di persone in pericolo di vita catturate da circa 700 chiamate
del 911 di Washington. Hanno usato 729 chiamate per un totale di 82 ore di
registrazioni. Inoltre, l'hanno testato con altri suoni avvertibili di solito
in una stanza nelle ore notturne, come il russare, per eliminare i falsi
positivi. Aggiungendo poi suoni del sonno raccolti da 35 volontari e 12
pazienti con problemi di apnea, il sistema è riuscito a identificare
correttamente la respirazione agonizzante nel 97% dei casi, da una distanza
massima di circa 7 metri.
Lo strumento è ancora ad uno stadio di prototipo,
quindi è presto per renderlo disponibile al grande pubblico. E’ quello che ha
affermato il professor Chan, team leader del gruppo di ricerca, suggerendo che
per il prodotto definitivo sarà necessario che il sistema emetta un avviso di alcuni
secondi agli utenti, prima di chiamare i servizi di emergenza, allo scopo di annullare
eventi come i falsi allarmi. Una messa a punto necessaria, applicabile sia a
sistemi come Alexa che a normali smartphone, grazie alla quale un’auspicabile
larga diffusione potrà renderlo validissimo nel far giungere i soccorsi in
tempo utile e salvare molte vite.
(fonti
https://www.technologyreview.com/s/613891/the-pentagon-has-a-laser-that-can-identify-people-from-a-distanceby-their-heartbeat ; https://www.technologyreview.com/s/613791/your-smart-speaker-could-know-if-youre-having-a-cardiac-arrest/ ; si ringrazia il sito http://www.ricercamix.org per la gentile concessione della
foto)