Quanto è attendibile
una testimonianza oculare? Nei processi tipo quelli
americani, come fanno i giurati a non fidarsi di un evidente e convinto
testimone oculare ? Un nuovo report della US National Research Council (NRC) afferma che l'uso
di queste prove ha bisogno di controlli più rigidi e di un vero e proprio approccio scientifico.
Per molti anni
i ricercatori hanno cercato di scoprire
come le testimonianze oculari influenzano un giudizio e quanta fiducia si deve porre in esse. Dopo un anno alla ricerca di eventuali evidenze scientifiche, un comitato di psicologi
e criminologi coordinato dalla NRC
ha sollevato qualche dubbio. Nel loro
recentissimo rapporto, intitolato Individuare il
colpevole: valutare l’identificazione mediante testimone oculare si propone di cambiare il modo in cui i casi criminali sono perseguiti e risolti.
La procedura
di un'indagine penale può distorcere le informazioni fornite da un testimone
oculare. L'esempio classico è il
confronto all’americana. Al testimone viene chiesto di
individuare l'autore del reato in
mezzo ad un gruppo di persone di aspetto simile. Ma gli
investigatori della polizia che
organizzano il confronto di solito sono gli stessi che hanno identificato il primo sospettato e non possono fare a meno di dare piccoli suggerimenti su di lui; così facendo i testimoni si convincono
di aver ragione a prescindere. Si tratta di un fenomeno
pericoloso, perché se il testimone si crea tale accaduto nella memoria, poi
diventa difficile dimostrare il contrario. Purtroppo l’occhio non è una
macchina fotografica, quello che ha visto dipende in gran parte dalle
condizioni con cui il cervello ha elaborato e memorizzato le informazioni.
Secondo il report della NRC, sia il
testimone sia chi presiede al
riconoscimento non dovrebbero sapere
in anticipo chi è l'indagato tra quelli
probabili, per ridurre al minimo la manipolazione, pur
involontaria, dei risultati, ossia facendogli scoprire giusto
quello che vogliono scoprire. In altre parole si
dovrebbe usare un metodo più scientifico, senza condizionare i comportamenti di
chi deve decidere. Anche perché le statistiche degli Stati Uniti parlano di un
numero elevato di persone condannate
a causa di testimonianze oculari, che
sono state in seguito scagionate
grazie alla prova del DNA. Circa il 75%
degli errori giudiziari per stupro e omicidio,
tra i quali vi erano persone in attesa della pena capitale, si
basava su queste testimonianze. E in un paese
dove si perpetrano ancora certe barbarie, è assurdo mandare alla forca per
simili leggerezze.
Un maggior uso di tecnologie può essere una
soluzione. Sempre parlando del confronto, un computer potrebbe
eseguire la scelta di persone simili al presunto colpevole, pescando da un
grande archivio fotografico: la mancanza di “umanità” del calcolatore
porterebbe più obiettività nei risultati. Oppure, come già detto, dove
possibile le tecniche scientifiche evolute come quelle basate sul DNA sarebbero
auspicabili. In Italia ne sappiamo qualcosa con il caso Gambirasio. Certo, i
costi sono maggiori ma, considerando il danno
alla vita di chi è effettivamente innocente,
più l’eventuale esborso per ripagare chi ha subìto un torto senza aver
sbagliato, crediamo sia la strada più percorribile.
(fonte
http://news.sciencemag.org/policy/2014/10/how-reliable-eyewitness-testimony-scientists-weigh )
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