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giovedì 27 luglio 2017

Auto elettriche, il futuro è già qui?


Tutte le grosse innovazioni non riescono a prendere piede rapidamente. Si ha bisogno di tempo sia da parte di chi le progetta e le rende fruibili, sia da parte dei consumatori finali. Per non dire delle leggi necessarie a regolamentarle. è stato ed è così anche nel campo dei trasporti, quello automobilistico per la precisione. Sto parlando della transizione dall'alimentazione a combustibili fossili a quella ad energia elettrica. è superfluo precisare che, se anche questa verrà spillata all'interno delle batterie a partire da carbone o petrolio, avremo cambiato poco e niente.

è di poche settimane fa l'annuncio di Volvo, secondo cui dal 2019 ogni nuovo modello avrà sempre un motore elettrico a spingerla, eventualmente in combinazione ad uno termico. è intenzione del gigante svedese far uscire completamente di produzione le auto con trazione esclusivamente a carburante fossile. Ma la Volvo non è l'unica. Ora anche la Toyota sta lavorando in questo senso. La casa nipponica, già molto avanti nell'ibrido visto che 20 anni orsono lanciò la Prius, sta sviluppando una batteria detta "allo stato solido" con due grossi intenti: ridurre il tempo di ricarica e aumentare l'autonomia. Sono questi infatti i dubbi attuali che assalgono chi, dovendo cambiare auto, valuta un modello a doppio motore, oppure solo elettrico, oltre alla titubanza dovuta all'infrastruttura (colonnine di ricarica) ancora latitante.

La batterie agli ioni di litio, tecnologia peraltro largamente diffusa in questi veicoli, sta per arrivare al suo limite. Per quanto in molti abbiano provata a migliorarla, resta ancora legata a tempi di ricarica dell'ordine dei 20-30 minuti, nel migliore dei casi e con dispositivi performanti, consentendo tragitti di poche centinaia di chilometri. Invece le batterie che vorrebbe usare la Toyota sono quelle a stato solido, con tempi di ricarica di pochi minuti e maggiori autonomie. Esse sono inoltre più sicure avendo un elettrolita solido. La portavoce del colosso giapponese ha dichiarato che è loro intenzione partire con la produzione subito dopo il 2020, sperimentando questa tecnologia su una vettura elettrica completamente nuova. Agli addetti del settore è sembrato un target temporale molto ottimista; la BMW ad esempio si sta cimentando con lo sviluppo di batterie a stato solido, ma guarda alla mass production entro 10 anni o più.

Non si può parlare di veicoli elettrici senza menzionare la Tesla. A fine luglio negli USA iniziano le consegne dell'auto chiamata Model3, destinata a coprire un segmento di mercato meno luxury e più accessibile (per quanto lo sia un prezzo di base pari a 35.000 dollari, che nei singoli paesi diventa certamente superiore). è forse il vero produttore rivoluzionario in questo campo, dato che realizza solo auto elettriche, con durata in chilometri superiore alla media. Per chi guida un auto del genere, comunque, l'approccio è ben diverso dalle vetture tradizionali. Ci si concentra sul livello della batteria, per non farsi prendere troppo dall'ansia, e non ci si può permettere di saltare una ricarica notturna. Il passo successivo nello stile di guida "elettrico" sarà quello di usare un solo piede/pedale. Ad oggi infatti, al di là del cambio automatico e quindi dell'assenza della frizione, i pedali di acceleratore e freno sono ancora presenti. Nelle elettriche a breve il concetto di freno potrebbe essere modificato.

Nissan sta lavorando ad un'opzione denominata e-Pedal. I pedali continueranno a sembrare uguali agli attuali, ma il freno sarà utilizzato raramente. Qual è la novità allora? Per ottenere il massimo beneficio dalla guida di una vettura elettrica, l'acceleratore (o comunque il comando che ora fa da acceleratore) controlla sia l'accelerazione che il rallentamento. Premendo il pedale, l'automobile si muove e acquista velocità, ma sollevando il piede la macchina rallenta. Se già oggi durante la frenata si recupera energia ricaricando in parte le batterie, con l'e-Pedal si frena in automatico facendo decelerare il motore elettrico che comanda le ruote. Per noi "piloti della prima ora" sarebbe un cambiamento radicale....

Addio dunque a dischi, pinze ed accessori dell'impianto frenante? L'intenzione dei progettisti è di lasciare un pedale del freno da usare solo in casi di emergenza, durante rallentamenti poderosi per evitare impatti, insomma quella che Nissan ha definito la "frenata aggressiva". Notevoli i vantaggi conseguenti, alcuni già implementati, tipo i costi di manutenzione della parte frenante saranno di gran lunga inferiori, le polveri sottili dovute all'attrito pastiglie-dischi diminuiranno di conseguenza, ma, soprattutto le distanze di arresto saranno più corte, poiché l'auto comincerà a rallentare non appena il conducente inizia a sollevare il piede dall'acceleratore, evitando di spostarlo sul freno e guadagnando tempo utile.

La tecnologia dei motori elettrici nel campo automotive è più che matura. Lo dimostra anche lo sviluppo di veicoli commerciali: Renault, dopo il lancio della Zoe nel 2013, ora punta ad una Zoe Van, per fare consegne in città abbattendo l'inquinamento e promuovendo una logistica sostenibile. Vi è dunque venuto il dubbio che ora tocca ai nostri governanti permettere la diffusione della mobilità elettrica? Toglietevelo allora, chè per me è una certezza.




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