Tutte le grosse innovazioni non riescono
a prendere piede rapidamente. Si ha bisogno di tempo sia da parte di chi le
progetta e le rende fruibili, sia da parte dei consumatori finali. Per non dire
delle leggi necessarie a regolamentarle. è
stato ed è così anche nel campo dei trasporti, quello automobilistico per la
precisione. Sto parlando della transizione dall'alimentazione a combustibili
fossili a quella ad energia elettrica. è
superfluo precisare che, se anche questa verrà spillata all'interno delle
batterie a partire da carbone o petrolio, avremo cambiato poco e niente.
è di poche
settimane fa l'annuncio di Volvo, secondo cui dal 2019 ogni nuovo modello avrà
sempre un motore elettrico a spingerla, eventualmente in combinazione ad uno
termico. è intenzione del gigante
svedese far uscire completamente di produzione le auto con trazione
esclusivamente a carburante fossile. Ma la Volvo non è l'unica. Ora anche la
Toyota sta lavorando in questo senso. La casa nipponica, già molto avanti
nell'ibrido visto che 20 anni orsono lanciò la Prius, sta sviluppando una
batteria detta "allo stato solido" con due grossi intenti: ridurre il
tempo di ricarica e aumentare l'autonomia. Sono questi infatti i dubbi attuali
che assalgono chi, dovendo cambiare auto, valuta un modello a doppio motore,
oppure solo elettrico, oltre alla titubanza dovuta all'infrastruttura
(colonnine di ricarica) ancora latitante.
La batterie agli ioni di litio, tecnologia
peraltro largamente diffusa in questi veicoli, sta per arrivare al suo limite. Per quanto in
molti abbiano provata a migliorarla, resta ancora legata a tempi di ricarica
dell'ordine dei 20-30 minuti, nel migliore dei casi e con dispositivi
performanti, consentendo tragitti di poche centinaia di chilometri. Invece le
batterie che vorrebbe usare la Toyota sono quelle a stato solido, con tempi di
ricarica di pochi minuti e maggiori autonomie. Esse sono inoltre più sicure avendo
un elettrolita solido. La portavoce del colosso giapponese ha dichiarato che è
loro intenzione partire con la produzione subito dopo il 2020, sperimentando
questa tecnologia su una vettura elettrica completamente nuova. Agli addetti
del settore è sembrato un target temporale molto ottimista; la BMW ad esempio
si sta cimentando con lo sviluppo di batterie a stato solido, ma guarda alla mass production entro 10 anni o più.
Non si può parlare di veicoli elettrici
senza menzionare la Tesla. A fine luglio negli USA iniziano le consegne dell'auto
chiamata Model3, destinata a coprire
un segmento di mercato meno luxury e
più accessibile (per quanto lo sia un prezzo di base pari a 35.000 dollari, che
nei singoli paesi diventa certamente superiore). è forse il vero produttore rivoluzionario in questo campo,
dato che realizza solo auto elettriche, con durata in chilometri superiore alla
media. Per chi guida un auto del genere, comunque, l'approccio è ben diverso
dalle vetture tradizionali. Ci si concentra sul livello della batteria, per non
farsi prendere troppo dall'ansia, e non ci si può permettere di saltare una
ricarica notturna. Il passo successivo nello stile di guida
"elettrico" sarà quello di usare un solo piede/pedale. Ad oggi
infatti, al di là del cambio automatico e quindi dell'assenza della frizione, i
pedali di acceleratore e freno sono ancora presenti. Nelle elettriche a breve
il concetto di freno potrebbe essere modificato.
Nissan sta lavorando ad un'opzione denominata
e-Pedal. I pedali continueranno a
sembrare uguali agli attuali, ma il freno sarà utilizzato raramente. Qual è la
novità allora? Per ottenere il massimo beneficio dalla guida di una vettura
elettrica, l'acceleratore (o comunque il comando che ora fa da acceleratore)
controlla sia l'accelerazione che il rallentamento. Premendo il pedale,
l'automobile si muove e acquista velocità, ma sollevando il piede la macchina
rallenta. Se già oggi durante la frenata si recupera energia ricaricando in
parte le batterie, con l'e-Pedal si frena in automatico facendo decelerare il
motore elettrico che comanda le ruote. Per noi "piloti della prima
ora" sarebbe un cambiamento radicale....
Addio dunque a dischi, pinze ed
accessori dell'impianto frenante? L'intenzione dei progettisti è di lasciare un
pedale del freno da usare solo in casi di emergenza, durante rallentamenti
poderosi per evitare impatti, insomma quella che Nissan ha definito la
"frenata aggressiva". Notevoli i vantaggi conseguenti, alcuni già
implementati, tipo i costi di manutenzione della parte frenante saranno di gran
lunga inferiori, le polveri sottili dovute all'attrito pastiglie-dischi diminuiranno di conseguenza, ma, soprattutto le distanze di arresto saranno più
corte, poiché l'auto comincerà a rallentare non appena il conducente inizia a
sollevare il piede dall'acceleratore, evitando di spostarlo sul freno e
guadagnando tempo utile.
La tecnologia dei motori elettrici nel
campo automotive è più che matura. Lo
dimostra anche lo sviluppo di veicoli commerciali: Renault, dopo il lancio
della Zoe nel 2013, ora punta ad una Zoe Van, per fare consegne in città
abbattendo l'inquinamento e promuovendo una logistica sostenibile. Vi è dunque venuto
il dubbio che ora tocca ai nostri governanti permettere la diffusione della
mobilità elettrica? Toglietevelo allora, chè per me è una certezza.
(fonti
http://www.reuters.com/article/us-toyota-electric-cars-idUSKBN1AA035 ; https://www.wired.com/story/look-ma-no-brake-youll-drive-electric-cars-with-one-pedal )
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