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giovedì 23 giugno 2016

I supercomputer e i cinesi


Quando inventeranno i computer intelligenti il genere umano sarà a rischio ? Dipende da quanto saremo bravi a tenerci aperta la possibilità di spegnerli. Oppure, al contrario, da quanto riusciremo a farli davvero intelligenti, al punto che loro stessi potrebbero privarsi di quella possibilità. Al momento però una delle caratteristiche più importanti di queste macchine è la velocità: avrete sicuramente detto, davanti ad una risposta non proprio fulminea del vostro pc "mi ci vorrebbe un computer più veloce !". Ciò non accade ai progettisti cinesi di Sunway TaihuLight, il supercomputer più veloce al mondo, come risulta dalla recente graduatoria TOP500, stilata da esperti del settore con cadenza semestrale, da più di 20 anni.

La velocità dei calcolatori si misura con i FLOPS (FLoating point Operations Per Second, letteralmente operazioni in virgola mobile al secondo). Il Sunway TaihuLight è un sistema costruito interamente utilizzando dei processori progettati e realizzati in Cina: riesce ad eseguire 93 petaflops al secondo, dove peta è il prefisso corrispondente, per i più ferrati in matematica, a 10 elevato alla 15, cioè un 1 seguito da 15 zeri. In altre parole, un hardware in grado di fare 93 milioni di miliardi di calcoli elementari in un solo secondo, usando un particolare software come banco di prova. Sviluppato dal cinese National Research Center of Parallel Computer Engineering & Technology (NRCPC), TaihuLight è installato presso il centro nazionale di supercalcolatori sito nella città di Wuxi.

Ha superato un concorrente della stessa nazione del dragone, che faceva "solo" 34 petaflops al secondo. Si tratta comunque di una macchina che non assomiglia per niente a quelle con cui state leggendo ora, dato che contiene più di 10 milioni di processori, mentre i computer comuni ne contengono 2, 4 o 8, eseguendo al limite qualche decina di gigaflops (giga sta per 1 miliardo). Il consumo di potenza massimo sotto carico, durante i test che ne misurano appunto la massima velocità, è risultato di 15 MegaWatt, praticamente quella erogata da una piccola centrale idroelettrica. A cosa servono queste mostruose velocità e il relativo dispendio di energia ? Se guardiamo ai primissimi posti della classifica si tratta di puri prodotti della ricerca, che però col tempo potrebbero portare a sviluppi su calcolatori più "normali", passando magari per quelli usati dalla NASA o da grossi enti di ricerca (il CERN, per fare un nome), dove la potenza di calcolo è utile nei computi astronomici e nelle elaborazioni scientifiche, quindi per studiare infiniti ed infinitesimi. Nonostante certe graduatorie lascino il tempo che trovano, si evince però che i progettisti cinesi in certi ambiti sono diventati davvero bravi. E qui vorrei fare una digressione al riguardo, me la concederete.

In un recente seminario indetto dall'ordine professionale a cui appartengo, un tale andava affermando che il valore aggiunto dell'innovazione si ha nel passaggio "da 0 a 1", ossia nel salto che viene dal progresso verticale ed intensivo, contrapposto alla globalizzazione di chi, copiando, lascia lo stato dell'arte inalterato e va "da 1 a N", portando un solo passaggio orizzontale. Chiaro il riferimento alla Cina. Di questo paese si può dire e si è detto di tutto, non lo ripeterò. Voglio però sottolineare che senza le produzioni dei maggiori innovatori fatte in quei territori, avere un prodotto su larga scala alla portata economica di tutti non sarebbe stato possibile. Una tecnologia che non permea la società non porta innovazione, nè sociale nè culturale. Lo diceva anche Henry Ford circa un secolo fa “C’è un vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano tali per tutti”. Sta poi ai nostri governanti mettere dei paletti perché la concorrenza globale resti leale. A molti è convenuto andare a produrre in Cina, anche sfruttando: lampante fu il caso di Apple e della Foxconn. Fossero stati dei robot, non mi sarei aspettato più di tanto. Ora invece, almeno quanto a supercomputer, non li batte nessuno.



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