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mercoledì 11 marzo 2015

I parcheggi smart del futuro


Il parcheggio, questo sconosciuto. Lo conosciamo bene perché sappiamo come cercarlo, ma a volte ci mettiamo così tanto tempo che quasi ce ne viene la nostalgia. Libero con strisce bianche è meglio, ci evita di pagare una tariffa che vorremmo evitare, specie per soste lunghe, cosa che in alcune grandi città sta diventando un’utopia. Uno studio europeo della APCOA Parking, azienda del settore, ha calcolato una media di 15 minuti nelle più importanti città italiane e tre chilometri di giri inutili per trovare un posto auto. E in alcune occasioni 15 minuti andrebbero già bene. La tecnologica Germania non sta tanto meglio di noi. In una giornata tipica, ogni autista spreca circa 1,35 € di combustibile ed emette circa 1,3 kg di CO2 alla ricerca dell’agognato parcheggio. Per non dire delle conseguenze dovute allo stress e alla  congestione del traffico.

Ora la Siemens sta lavorando ad una soluzione completa in grado di utilizzare speciali sensori per aiutare gli automobilisti a parcheggiare in modo rapido, in modo che le città abbiano maggiori fluidità nel traffico, almeno per quello dovuto a questa spasmodica ricerca. La soluzione della multinazionale teutonica combina un app per smartphone con sensori radar montati sui lampioni urbani, sensori di dimensioni molto contenute in grado di rilevare non solo le auto parcheggiate, ma anche biciclette e altri mezzi. Quando i conducenti sono abbastanza vicini alla loro destinazione, l'applicazione cerca i posti auto disponibili e un display dà le indicazioni per arrivarci. I dati del sensore vengono inviati ad un centro di raccolta dati che fornisce delle informazioni preziose sull’utilizzo dei parcheggi in città. Inoltre, fatto significativo per le strade del bel paese, il sistema può notificare anche macchine lasciate nel posto sbagliato, tipo divieto di sosta, doppia e tripla fila, su pista ciclabile (e mi fermo per pudore) e ha la possibilità di inviare un messaggio al vigile in zona che verifichi ed eventualmente sanzioni il furbo di turno.

Siemens ha progettato il sistema in modo che le città possono implementarlo con il minimo sforzo. In altri dispositivi simili i sensori devono essere sepolti nella pavimentazione stradale, con relativi lavori e piccoli cantieri: invece questo nuovo sistema è facilmente installabile sui pali della luce, dove naturalmente la sorgente di energia elettrica è già presente, magari in occasione della sostituzione delle lampade tradizionali con quelle a basso consumo. Le prime prove verranno effettuate a Monaco di Baviera e a Berlino nelle prossime settimane, poi partirà un progetto pilota a Dubai entro la fine dell'anno. In futuro, si potrebbe facilmente aggiungere un tag RFID che comunica tra auto e sistema per addebitare in automatico l’eventuale costo del parcheggio, senza andare in cerca del parchimetro (altra cosa non sempre vicina all’auto e talvolta soggetta a vandalismo).

La mobilità intelligente sta diventando una tematica sempre più scottante. Si lavora su molti fronti, dalla intermodalità, ossia un viaggio fatto su più infrastrutture ottimizzate in funzione delle esigenze di spostamento, fino alla green mobility, dove si privilegiano gli spostamenti con emissioni prossime allo zero (come sarebbe logico viste le condizioni climatiche planetarie). Qualche grande città sostiene iniziative da tempo ed altre, anche se con ritardo, stanno partendo. Il caso dei parcheggi per auto qui riportato non è però indipendente dalla sensibilità del cittadino e dalla sua volontà ad accettare un compromesso tra il miglioramento collettivo e questioni personali, come la privacy e forse un piccolo costo del servizio. Ma soprattutto si lega alla forte volontà politica di migliorare la vita nelle nostre città. Dite che ci riusciremo ?




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