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lunedì 23 giugno 2014

Il coleottero del Namib sopravvive nel deserto: e noi ?



Un materiale composto da miliardi di nanotubi di carbonio potrebbe un giorno aspirare l'acqua dal nulla, anche nei posti più secchi della Terra. E' il risultato di una ricerca pubblicata sulla rivista americana ACS Applied Materials & Interfaces.

Per sopravvivere nel suo ambiente molto secco, il coleottero del Namib, tipico insetto delle zone prettamente desertiche, ha sviluppato particolari molecole sulle sue ali molto rigide, in modo che, inclinando il corpo verso il vento, riesce a raccogliere le molecole d'acqua dalla nebbia del mattino, formando micro goccioline con le quali dissetarsi. Prendendo spunto da questo principio, i ricercatori hanno realizzato una lamina spessa 1 cm affiancando moltissimi nanotubi di carbonio, completandola da un lato con un polimero idrofilo, dall'altro con uno idrorepellente. Senza alcuna sorgente di energia, lo strato superiore attira molecole d'acqua all’interno della lamina, che però non ne escono in quanto bloccate dal fondo idrorepellente, oltre che dai lati della struttura. In sostanza si tratta di una spugna artificiale.

La percentuale d'acqua trattenuta rispetto al peso della struttura è variata naturalmente in funzione dell'umidità dell'ambiente:
dalle prime prove fatte in tempi medi di 12 ore e con superfici inferiori ad 1 cm quadro il range è andato dal 25% (a secco) all'80% (ambiente molto umido). Ci sono insomma tutte le potenzialità per farlo diventare un dispositivo efficace di raccolta dell’acqua, specie nelle regioni che non ricevono abbastanza pioggia, così da sostenere adeguatamente livelli di vita accettabili per le popolazioni locali. L'implementazione pratica dovrà superare i soliti valichi della producibilità a costi accettabili e della maneggevolezza del prodotto, ma dal punto di vista tecnico gli scienziati non vedono ostacoli impegnativi.

E pensare che la natura aveva già risolto il problema della sopravvivenza del coleottero del Namib con un sistema brillante. Ogni tanto, nell'era della fretta digitale e del tutto che scavalca tutto, fermarci ad osservare queste soluzioni vitali del nostro stesso regno animale potrebbe darci una grossa mano.


(fonte http://news.sciencemag.org/chemistry/2014/06/new-device-pulls-water-thin-air )
 

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