Aumentare la conoscenza è il modo migliore per non alimentare
false paure su ingredienti alla base di ciò che mangiamo. Molto spesso si legge
o si sente dire che un nuovo prodotto usato in alcuni alimenti è dannoso per la
salute. Queste news possono spaventare la gente, portandola ad evitare questi
ingredienti senza realmente conoscere i fatti: stiamo parlando, tra l’altro, di
ingredienti quali zucchero, grassi, sodio, dolcificanti vari. Mentre alcuni di
questi timori alimentari sono fondati, altri possono essere fuorvianti.
Un nuovo studio della Cornell University, stato di New York,
pubblicato sul magazine Food Quality and Preference, ha verificato chi potrebbe
essere più incline a paure alimentari, perché, e cosa si può fare per
correggere questi errori di percezione o, semplicemente, di comunicazione,
talvolta strumentalizzata. Come primo step è stato condotto un sondaggio
telefonico su circa 1000 casalinghe statunitensi, chiedendo loro cosa pensano del
dolcificante HFCS, uno sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio. Risultato:
chi sceglie di non usarlo in cucina segue i consigli del web o degli amici,
oppure non è disposto a pagare di più rispetto ad un prodotto equivalente fatto con comune zucchero. Nel secondo step i ricercatori hanno chiesto ai
partecipanti di valutare la salubrità dello Stevia, un dolcificante naturale,
consegnando solo ad una metà tutte le informazioni storiche e contestuali sul
prodotto. Quelli informati hanno valutato positivamente il prodotto,
considerandolo come un ingrediente sano.
Ne viene fuori un quadro netto, in cui la conclusione è
unica: il consumatore va informato su tutti gli aspetti relativi ad un prodotto
alimentare, senza aggredirlo con giudizi brevi e scarni, che portano a decisioni
affrettate. E’ l’eterna lotta tra l’informazione corretta, completa,
trasparente e quella commerciale, volta a vendere, guadagnare, insomma fare
business anche sulla voluta ignoranza di chi acquista.
(fonte http://foodpsychology.cornell.edu/op/food-fear )
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