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giovedì 3 maggio 2018

Insistere sulla sostenibilità agro-alimentare



Nata nel 1970, la giornata mondiale della Terra vuole sin d'allora sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali del nostro pianeta. Ed è stato così anche il 22 aprile scorso. A Roma, al Villaggio della Terra, tra le altre iniziative si è tenuto il talk “Obiettivo 2030, l’Italia e lo Sviluppo Sostenibile”. Ormai da molte parti e da diversi anni, la necessità di spingere verso una crescita sostenibile è continua. Di recente si è mossa anche l'Accademia scientifica dei paesi europei, evidenziando in un loro rapporto che l'attuale approccio comunitario al cibo, all'agricoltura e all'ambiente non è affatto sostenibile.

Poiché l'agricoltura condotta in modo tradizionale contribuisce in modo sostanziale al cambiamento climatico, diventa urgente l'introduzione di un'agricoltura intelligente che tenga conto di questi aspetti. La mitigazione di questo contributo negativo dipende da sistemi smart di gestione territoriale e agronomica, oltre che dagli sforzi per influenzare i comportamenti dei consumatori associati alle eccessive emissioni di gas serra, in particolare gli sprechi alimentari e l'elevato consumo di carne. Mentre le modifiche alle pratiche di gestione del bestiame potrebbero contribuire alla mitigazione dei gas serra, alcuni aggiustamenti più significativi, ma con un termine temporale maggiore, richiederanno un cambiamento della domanda di prodotti zootecnici. Inoltre, in Europa ci sono sempre più possibilità di utilizzare fonti proteiche alternative, come ad ed esempio gli insetti. Siete scettici e forse disgustati al riguardo? Vi capisco, ma temo che col passare del tempo dovremo fare di necessità virtù.

Le accademie nazionali europee delle scienze e l'InterAcademy Partnership (struttura simile ma extra UE), nel rapporto dal titolo “Opportunità e sfide per la ricerca su sicurezza alimentare e nutrizione e agricoltura in Europa”, hanno chiesto pertanto ai responsabili politici di ripensare con urgenza il loro approccio al cibo e all'agricoltura. Essi affermano che l'attuale conduzione silente da parte delle governance nei confronti di queste tematiche sia il modo peggiore di non onorare gli obiettivi ambiziosi posti con la conferenza di Parigi 2015. Un approccio integrato ai sistemi alimentari comprende tutte le fasi coinvolte, dalla crescita delle materie prime fino al consumo dei prodotti finiti, passando per trasformazione, trasporto, commercializzazione e acquisto, evitando il più possibile gli sprechi.

Basilare quindi esercitare un radicale cambiamento da parte dei consumatori. Perché, se non è ancora chiaro, il cambiamento serve innanzitutto a noi, con benefici alla salute derivanti sia dalla riduzione di gas climalteranti, sia degli effetti negativi conseguenti all'assunzione di grandi quantità di cibo da fonti animali. Una stima ha infatti suggerito che l'adozione di decisi orientamenti da parte dell'OMS verso diete sane potrebbe ridurre la mortalità globale fino al 10% e le emissioni di gas serra fino al 70%, entro il 2050.

Oltre a modificare i modelli di consumo, l'utilizzo delle più recenti pratiche e tecnologie agricole, utili alla sostenibilità, restano fondamentali per il futuro del cibo. A tal proposito dalle accademie scientifiche arriva l'invito ai responsabili politici europei a non ostacolare la tecnologia, compresi i prodotti basati sulle innovazioni di genomica. L'agricoltura di precisione sarà importante per le aziende agricole, che dovranno tenersi al passo con nuovi sviluppi e miglioramenti di tecniche già in atto. Si parla di macchine agricole autonome, di coltivazioni biologiche come l'acquaponica, dell'uso di smartphone abbinati a piccoli sensori di imaging iperspettrale per rilevare parassiti e malattie delle piante, oppure parassiti dei pesci in acquacoltura. Le accademie chiedono una migliore integrazione della ricerca e dell'innovazione, al fine di capitalizzare le opportunità scientifiche.

Si tratta in conclusione di un vasto quadro con numerosi focus, ma l’intervento a voce alta della scienza ufficiale ribadisce un concetto fondamentale: l’importanza degli interventi sinergici e coordinati da parte di tutti gli attori coinvolti: decisori, investitori, ricercatori, fino a noi “semplici” cittadini. Il cambiamento del singolo non può nulla, quello di tutti può fare la differenza. Finché siamo in tempo.


(fonte https://www.eurekalert.org/pub_releases/2018-04/eas-eca042318.php; si ringrazia il sito https://envirn.org per la gentile concessione della foto)


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