Quest'anno non vi ho fatto, qui sul blog, gli auguri di Natale, perciò ora vi sorbirete quelli di felice anno. Lo so, ci tenevate così tanto e un po' siete rimasti delusi dal non vedere pubblicato un mio post, qualche giorno prima del 25. Mi spiace avervi lasciato con l'amaro in bocca. Bè, a dirla tutta, qualcosa vi ho regalato. Anche se diretta ad una parte dei miei accaniti lettori, quelli della mia terra d'origine, certi sentimenti che ho espresso credo siano universali.
Che anno è stato il 2017? Uguale agli
altri, state pensando? Non vi sbagliate di certo. Se proprio c'è stata una
variazione in molti l'hanno vissuta col segno meno. Però, 'sti matematici, si
sono limitati solo a 4 segni per le operazioni: diamine, un po' di fantasia! E,
posto che la moltiplicazione (di pani e di pesci) la fece quel
"tizio" 2000 anni fa e non gli portò bene, dato inoltre che sulle
divisioni noi uomini siamo già maestri (a separarci e ad allontanarci, voglio
dire), di segni ne restano due, ma stranamente il più latita. Si diverte a
farsi vedere raramente, come un signore di alto borgo che si concede alla plebe
in rarissime uscite. Perciò, il meno è sempre in cima alla top four. Con molti effetti indesiderati.
Accipicchia, mi sono lasciato prendere
la mano dall'aritmetica. Sempre meglio di un'aritmia, è lapalissiano. Ma va da
sé che a fine anno si facciano i bilanci. Stavo pensando, quelli d'esercizio
devono sempre essere integri e corretti. Per chi ci riesce, direte voi. Certo,
per gli altri sono sufficienti i maghi della finanza: quando poi sopraggiunge
la Finanza, quella vera, apriti cielo! Dicevo, i bilanci di fine anno
andrebbero istituiti anche per le persone, per le nostre coscienze. Cosa hai
fatto per te stesso, per la tua famiglia, per gli amici, per il prossimo? In
cambio pensi di aver ricevuto abbastanza? O magari ti hanno dato (del tempo, un
sorriso, un abbraccio, un pensiero o una parola di conforto) e tu ti sei
scordato di loro? Avanti, lo so che mentalmente state facendo la conta di
quelli che non vi hanno considerato, per nulla o abbastanza, coloro i quali
avrebbero dovuto farsi sentire, o almeno ve lo aspettavate, e invece niente.
Quindi, se tanto mi dà tanto, se cioè tutti stanno pensando in tal guisa, c'è
qualcosa che non torna.
E' inutile tirar fuori del buonismo a
poco prezzo solo in un intorno del Natale, intorno con intervallo molto stretto
(chi mastica la matematica mi capirà). Tendiamo sistematicamente a pensare di
essere in credito con gli altri, per un qualsivoglia motivo, perciò secondo
questa "teoria dei minimi sistemi" tutti sono in credito: ma verso
chi? Abbiamo smarrito quell'usanza di una volta prima della confessione (mi
scuseranno gli amici atei e gli agnostici ai quali mi vado sempre più
avvicinando): farsi l'esame di coscienza. Che in questo caso è e deve essere
una coscienza laica, umana, un semplice ed obiettivo ragionamento con sé
stessi. E già, ragionamento obiettivo: provate a farlo voi, se ci riuscite.
Siamo sempre più in un budello dell'anima, dove, mancando gli specchi, abbiamo
occhi solo per le nefandezze altrui. Le nostre sono sempre perdonabili. Anche
grazie alla melassa dell'ego che ci avviluppa, in un'ipocrita certezza.
Ok, ho rasentato banalità e qualunquismo
in un colpo solo, lo ammetto. Abbiate pietà di me. Ero partito con le migliori
intenzioni ironiche ma sono decisamente uscito fuori traccia. Che poi, sono
discorsi da fare a poche ore da La grande abbuffata - parte II ? Non c'è
neanche tempo di organizzarsi su cosa preparare, sulle pietanze più prelibate,
sui calici da riempire, vogliamo stare a pensare ad un tale genere di
tristezze?
Possiate vivere il 2018 che più vi
aggrada, con chi desiderate, ma nel vero rispetto di tutti. Sempre.
Sinceri auguri!
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