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lunedì 7 novembre 2016

Un blog e i suoi perchè


Sono stato 19 giorni lontano dal mio blog. Nessun problema, qualche picco negli impegni, tutto sotto controllo. E questa potrebbe essere anche una piccola cattiva notizia, perché, come diceva Mario Andretti, “se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando alla massima velocità”. Ma non mi pare di avere la stoffa del pilota esasperato. Faccio del raziocinio il filo conduttore delle maggior parte delle mie azioni. Per il resto uso altri motori interni, e forse sono le migliori. Scherzi a parte, sono successe diverse cose in questi giorni. Su tutte, la natura che ha avuto diversi momenti di sfogo: l’energia accumulata in decenni, o anche più, si è scaricata a pochi km da casa. Così ci è capitato di ballare, senza nessuna musica, insieme alle nostre abitazioni. Parlo di quelle, più fortunate, sulla costa.

Io scrivo perché mi piace farlo. Credo l’abbiate capito. Non voglio affermare di essere molto diverso dalla media dei blogger, o tantomeno migliore. La mia è una professione tecnica, ma in merito a ciò faccio, nello specifico, non ho mai voluto approfondirlo nei miei post. Non so se per pudore, per non sembrare troppo saputo su un certo argomento, o al contrario per non scoprire, a causa del commento di qualcuno, di saperne meno di ciò che credo. O semplicemente perché un settore di nicchia avrebbe pochi lettori. Però ho notato che molti comunicatori del web tendono a girare intorno ad un argomento, sembrando cordiali e allo stesso tempo competenti, per arrivare ad un punto: “se vuoi saperne di più contattami, sono l’esperto che fa per te”. Logica corretta, ci mancherebbe: uno sa fare (bene) un lavoro e cerca di metterlo a disposizione del popolo della rete. Guadagnandoci, ovvio. 

Giusto per puntualizzare, nella mia vita lavorativa attuale mi occupo, in senso molto ampio, di mobilità, di trasporti. Che vuol dire tutto e niente. Per esempio, una volta avevo incontrato una persona che non vedevo da tempo e gli avevo comunicato il mio cambiamento professionale, da dipendente a consulente di trasporti. E lui “quindi ora hai un’agenzia viaggi ?”. Perciò, se qualcuno proprio insiste, posso dettagliare meglio come mi guadagno la pagnotta. Ebbene, tornando al blog, quanti articoli ho postato, in questi quasi 2 anni e mezzo di onorato servizio “bloggistico”, sul tema mobilità ? li ho contati, solo 4 (su 132). Avevate intuito che mi occupassi di questa materia ? Io dico di no.

L’affetto per le cose tecnologiche me lo porto dietro da tempo come un marchio. A volte, quando ero ragazzo e mi trovavo in casa di persone poco avvezze a certi dispositivi, immediatamente venivo indicato come quello adatto a supportare il malcapitato, oppure, peggio ancora, a dare una certa risoluzione a problemi tecnici. Questi comportamenti si erano moltiplicati quando avevo scelto gli studi ingegneristici. All’inizio poteva farmi piacere, poi alla lunga la cosa mi scocciava. Invece per la scienza c’è stata sempre una passione, a volte latente, a volte un po’ più espressa, che però per causa di forza maggiore si era acquietata nel tempo. Poi, grazie ad un corso di comunicazione scientifica di qualche anno fa, si è nuovamente riaccesa. Se a questi due argomenti aggiungete “quisquilie e pinzellacchere”, siete giunti alla testata del blog che leggete qualche riga più su di questa. 

Oggi, come avrete compreso, era la volta di quisquilie e pinzellacchere. Gli estimatori del principe De Curtis sanno che ho preso in prestito da lui questi due termini. Mi sono serviti per inquadrare, in un blog dal carattere all’apparenza freddo e distaccato, quello dei laboratori scientifici o delle scoperte innovative, alcuni pochi momenti di libera fuoriuscita dei miei pensieri. Lo so che probabilmente non morivate dalla voglia di tutte queste spiegazioni. Vi ho “usato” perché dopo quasi 3 settimane di silenzio, sentivo il bisogno di romperlo. Spero mi perdonerete. 

(nella foto: vista verso lo Stelvio dal forte militare Venini di Oga)

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