Elon Musk è un tipo particolare. Dicono
che i miliardari siano più avvantaggiati nel trovare soluzioni innovative. I
loro capitali gli permettono di sperimentare, anche più volte, finchè scovano
un nuovo prodotto o uno strabiliante sistema che un giorno stravolgerà la vita
di noi comuni mortali. Oppure è solo intuito, o ancora è solo fortuna.
Chiamatelo talento, intelligenza emotiva, chi più ne ha più ne metta: non
cambia la sostanza. E' chiaro che avere le risorse non vuol dire centrare
sempre i progetti giusti. Forse significa avere il potere di non divulgare
certi fallimenti. Ma non divaghiamo.
Saprete sicuramente di chi sto parlando.
Ha lanciato un progetto che porterà la gente comune nello spazio, ha fondato la
Tesla, con le sue auto elettriche di lusso e con grande autonomia (ok, ne ho
viste solo due fino ad oggi in giro), ha cofondato Paypal, il principale sistema di pagamento via internet al mondo. Poi tre anni fa gli è venuto il pallino di un nuovo
mezzo di locomozione (la parola è arcaica ma mi piaceva il cortocircuito
semantico): l'ha battezzato Hyperloop.
Ha così affermato che, chiusi in una capsula e sparati all'interno di un tubo
alla modesta velocità di 1200 km/h circa, si sarebbe potuti andare da San
Francisco a Los Angeles in soli 35 minuti.
Ma come tutti i grandiosi progetti, ci
vuole del tempo per farli funzionare. In più, realizzare come opera prima quella appena citata presentava qualche problemino. Ora, uno ricco sfondato
come Musk avrebbe potuto pensare: "brevetto subito l'idea così è solo
mia!". Manco per sogno. All'epoca della presentazione disse subito che il
progetto era open e quindi invitava ingegneri ed imprenditori a cercare soluzioni per metterlo in pratica. Sta succedendo in questi
giorni. La società americana Hyperloop One
(H1) e gli Emirati Arabi Uniti stanno per costruire il primo sistema Hyperloop. Dovrebbe partire tra pochissimo la realizzazione del
nuovo sistema, per andare da Dubai ad Abu
Dhabi. Si tratta solo di 160 km, con un'auto ci si mette un'ora e mezza,
massimo due: i tecnici di H1 hanno promesso che ci vorranno solo 12 minuti.
Naturalmente H1
sta collaborando con le autorità di trasporto locali per valutare la
fattibilità della costruzione di un sistema di tale calibro, non certamente
semplice anche se fatto su una breve distanza. I tecnici statunitensi stanno
pensando pure a stazioni di accesso e a veicoli dalle forme accattivanti. Infatti
non è solo la velocità a strabiliare, ma tutta la piattaforma costruita
intorno. La stazione (termine ampiamente riduttivo) si ispira ad un aeroporto
futuristico, nel quale i viaggiatori sono prima fatti accomodare all'interno di
scompartimenti da meno di dieci persone, e poi gli scompartimenti vengono accodati all'interno di una capsula. Questa forma un unico veicolo che può così
partire per il rapidissimo viaggio. All'arrivo la procedura è inversa.
E' positivo che
si inizi a sperimentare, a far uscire idee, calcoli e business plan dalle quattro
mura per applicarli sul campo. La cosa "simpatica" è che queste cose
si fanno sempre dove regna lo sperpero, il superfluo, in un paese dove hanno
fondato città dal nulla e sul nulla (non mi sto scandalizzando, è l'ennesima
constatazione di una realtà di fatto). Potere dell'oro nero. Cosa succederebbe
invece se fosse installato un Hyperloop nel belpaese ? a me scappa un sorriso.
Ve le immaginate alcune nostre grandi città, sormontate da questi grossi tubi
sulla testa della gente, magari anche con un design gradevole ? Li guarderemo
fieri di aver raggiunto un traguardo della post-post-modernità. Poi, appena gli occhi ricadranno sulle
vecchie care strade, tra buche e immondizia, torneremo mesti alla realtà.
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