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martedì 30 agosto 2016

Prevedere le cadute nella terza età


Avete mai visto quelle pubblicità televisive che mostrano ausili per gli anziani, tipo poltroncine che si sollevano per chi fatica ad alzarsi, oppure comode vasche da bagno con sportello per uscire più facilmente ? Al di là del prezzo-fregatura o della reale funzionalità quando poi verranno usate, è apprezzabile che si sviluppino questi sistemi per migliorare la qualità della terza età. A volte ci si trova a combattere con eventi sventurati come una caduta, la cui riabilitazione in quella fase della vita non è semplice. E se fosse possibile prevedere l'inciampo, il ruzzolone, una dolorosa storta, tutte probabili cause di traumi anche seri ? Ci sta lavorando un team composto da ricercatori della Scuola di Infermieristica Sinclair e del College of Engineering, entrambi presso l'Università del Missouri.

Per prevedere le cadute, i ricercatori hanno utilizzato i dati raccolti da molteplici sensori installati all'interno di TigerPlace, un residence per anziani, costruito con criteri innovativi, che si trova nella città di Columbia. Si tratta di un software che analizza delle immagini generando un alert tramite mail agli infermieri, quando c'è stato un movimento irregolare di un degente, o comunque una differenza significativa rispetto al suo solito modo di spostarsi. Oltre all'aspetto prettamente di emergenza, può far comprendere cosa sta portando l'anziano a peggiorare il suo moto: queste informazioni costituiscono un database significativo nelle valutazioni del declino fisico e funzionale, ai fini preventivi.

Le immagini sono ottenute attraverso degli speciali sensori, con i quali è possibile misurare velocità, andatura e lunghezza del passo. Dallo studio fatto i cambiamenti registrati sono utili a prevedere una possibile caduta nel giro di tre settimane, dunque si ha il tempo utile per capire le cause e prendere le adeguate contromisure. Per venire ai numeri, considerando una velocità media per un anziano, senza grossi problemi di deambulazione, intorno al mezzo metro per secondo, si è rilevato che una diminuzione di velocità del 10 % corrisponde ad una probabilità superiore all'80 % che avvenga una caduta nei 21 giorni successivi. In generale, mostrare un rallentamento nella propria andatura solita, secondo i ricercatori, corrisponde ad un incremento del 50% della probabilità di cadere entro le tre settimane a venire.

La ricerca è stata sostenuta dal National Institutes of Health, sito nello stato di New York. Tra i possibili sviluppi ci sono certamente quello di semplificare il sistema, in modo che gli anziani possano installarlo a casa propria, collegandolo ad un centro medico. Comunque il quadro tracciato dal direttore del Center for Eldercare and Rehabilitation Technology è chiaro: "Le valutazioni ottenute attraverso l'uso della tecnologia dei sensori sta migliorando in modo significativo l'assistenza sanitaria coordinata agli anziani". Nel centro TigerPlace, dove ai sistemi di controllo e prevenzione di ultima generazione si affianca un'assistenza umana di primo livello, i residenti sono in grado di vivere in modo indipendente per circa quattro anni, rispetto alla media nazionale statunitense di 22 mesi.

Se non fosse ancora chiaro il concetto, la prevenzione è un tema scottante e da affrontare a spron battuto, sia nel caso della salute, che in molti altri settori. Il sisma di Amatrice è un drammatico caso eclatante. Ma a differenza dell'edilizia, che dipende spesso da volontà a noi superiori, per gli anziani è anche questione di mentalità. Il non avere obiettivi a breve termine può portare a sragionare circa la propria sicurezza. Fortunatamente la ricerca continua a sviluppare e proporre sistemi previsionali come questo dell'Università del Missouri, al fine di vivere l'età d'argento senza dipendere troppo dagli altri.



(fonte http://www.eurekalert.org/pub_releases/2016-08/uom-ssi082616.php; si ringrazia il sito http://www.media-partners.com/ per la gentile concessione della foto)

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