Trivelle Si, trivelle No. Sembra quel
pezzo di Elio e le storie tese, e forse il parallelo ci sta pure bene, visto
che è un problema di Italia si, Italia no. Italia si, per salvare il nostro
mare, la sua bellezza e la sua pulizia (pulizia ? ok, lasciate correre la
vostra fantasia), Italia no, per condannarla definitivamente (o quasi) ad essere
un paese inquinato e, soprattutto, ad essere preda di multinazionali senza
scrupoli. Bè, non è proprio così, ma c'è da pensarlo sul serio dopo le ultime
realtà al riguardo. Il caso Guidi / Tempa Rossa docet.
Ho provato a fare, nel mio piccolissimo,
una sorta di intervista sull'argomento che ci vedrà al voto il prossimo 17
aprile, pur non chiedendo su quale particella si dovrebbe mettere la X. L'idea
mi è venuta trovando in rete un'intervista ad una geologa (professione
strettamente legata alle tematiche ambientali) che si è espressa a favore del non
voto. Cosa per me abbastanza riprovevole, se non fosse che le sue motivazioni
mi sono apparse ben articolate e praticamente vicine ai sostenitori del NO.
Insomma una voce fuori dal coro, questo il link
, che non intendo qui sviscerare. Così ho sottoposto quanto da lei affermato a
persone spiccatamente a favore del SI, nello specifico, 3 blogger, 2
giornalisti di professione ed un amico che lavora nel settore Ambiente, con
perfetta ripartizione tra i due sessi.
Dei 6, due ad oggi non mi hanno ancora
risposto, una credo per scelta (chi è questo, chi lo conosce, ora do un parere
a lui, tsè), l'altra perchè impegnata in un evento (l'ho saputo dopo averle
sottoposto il quesito), a questo punto se ne sarà dimenticata, chissà. Quindi
cerco di riassumere il parere dei restanti 4. Ora, sarà che sui social (specie
su Twitter) è difficile esprimere un parere su argomenti seri, ma resta il
fatto che solo una blogger è stata piuttosto esaustiva nella difesa del SI, un altro
ha scritto che gli 8 punti della suddetta geologa sono smontabili uno ad uno,
facendo comunque un plauso allo sforzo da lei fatto. Le risposte degli altri
due "intervistati" sono quindi state: il primo si è appellato al
fatto che si trattava di un articolo redatto solo per diventare virale e senza
veri contenuti, non motivando la sua brillante intuizione, l'altro si è
limitato a dire che la capacità corruttiva delle multinazionali è senza
confini.
Non mi aspettavo certo che si
dedicassero a rispondere per le rime, nè a me nè tantomeno a chi osato andare
contro le spietate campagne per il SI, contro la difesa estrema dell'ambiente,
a spada tratta, perchè il pianeta va salvato e chi lo sfrutta va fermato. Sia
chiaro, io ci tengo almeno quanto loro, pur non essendo mai stato integralista
o estremista, riguardo all'ambiente o a qualsivoglia settore. C'è però
nell'aria una sorta di conformismo, di sensibilità green dell'ultima ora, senza una piena consapevolezza dei fatti e
di ciò che si va a votare, che non è per niente rassicurante. Conosciamo bene
tutte le implicazioni del SI ? siamo davvero certi che sia un bene per il
nostro paese ? e non parlo dei lavoratori che potrebbero perdere il posto, li rispetto
e mi spiacerebbe per i loro familiari se così fosse. Non sono per il NO, sia
chiaro, ma a volte ho il sospetto che possa prevalere, ancora una volta, quel
gran senso "pecoronico" italico del farlo perchè lo fanno gli altri,
perchè è di moda, perchè "io voto, faccio il mio dovere di cittadino"
(parente del "io pago le tasse" di una volta), senza invece
esprimersi in modo ragionato e con cognizione di causa.
Ma quanto all'italico fare c'è anche
chi, pur essendo al centro della stanza dei bottoni, propone di non andare a
votare. A me pare un'offesa alla democrazia, una mancanza di rispetto verso il
senso civico che dovremmo avere e verso la libertà di espressione di una scelta.
Io, a differenza di costui, della geologa e di tanti altri, ho una certezza: il
17 mi recherò alle urne, così come spero che lo faccia almeno il 51% degli
aventi diritto. Ma possiedo anche un'altra, di certezze: le voci fuori dal
coro, quando vengono da persone competenti, non fanno mai male.
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