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martedì 9 febbraio 2016

Prove di allungamento della vita


La vita media nella parte occidentale del mondo negli ultimi 100 anni è aumentata in modo rilevante. Questo grazie ai progressi scientifici e tecnologici, per quanto a volte i relativi effetti collaterali non sono di poco conto, ma anche per motivi culturali. Però il desiderio di allungare la vita ancora di più non è solo una questione scientifica, visto che si può rifare a motivazioni di più ampio respiro, ad esempio di natura animistica, religiosa o ad ambizioni smisurate. Un tale desiderio deve essere balenato in mente a quei ricercatori che hanno sperimentato con successo un metodo per rallentare l’invecchiamento dei topi, alla Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota.

Nei topi come negli esseri umani l’invecchiamento è “segnalato” dal rallentare se non interrompersi definitivamente del meccanismo secondo cui le cellule si dividono e quindi si moltiplicano (gioco di parole, ma è la pura realtà). Si dice che diventano senescenti: per intenderci si trascinano stancamente qua e là senza alcuna attività o funzione in particolare. Possono però avere effetti dannosi, tipo quelli di interagire negativamente con altre cellule “di passaggio”. Il team di ricercatori, specializzati in ingegneria genetica, ha identificato in alcuni topi opportunamente “modificati” dei marcatori biologici legati a questo fenomeno di senescenza. Dopo i primi 12 mesi di vita dei ratti, una volta verificata la presenza di questi marcatori, l’uso di uno specifico farmaco ha permesso loro di eliminarli, ripulendo ogni animale dalle cellule invecchiate.

Anche se l'età massima dei topi sottoposti al test non è variata notevolmente, essi hanno mostrato un miglior stato di salute e, poichè provenivano da precedenti test per lo sviluppo di alcuni tumori, tendevano a ritardare gli effetti di questo male rispetto agli altri. Dal punto di vista genetico la transizione verso un sistema simile sugli uomini non è affatto semplice, anche se farmaci simili potrebbero essere sviluppati per trattare patologie specifiche, come il glaucoma. La startup Unity, che ha collaborato al progetto, ci sta già lavorando. E' chiaro che gli interessi economici in gioco sono davvero notevoli, sia per i finanziamenti, che negli USA al riguardo sono piuttosto cospicui, che per le ricadute produttive e remunerative di un simile trovato della biotecnologia. Google 2 anni orsono aveva creato uno spin-off, Calico, per studiare le tematiche legate al posticipo della senilità.

In generale, comunque, siamo ben lontani dal comprendere il meccanismo che regola l'invecchiamento in funzione dell'età, visto che in quasi tutti gli esseri viventi, all'interno della stessa specie, non c'è un fattore uguale per ognuno. Questo studio delle cellule senescenti potrebbe essere una risposta significativa a interrogativi del genere ? Se così fosse le grosse case farmaceutiche si tufferebbero completamente in progetti come questo, nella loro venale chimera di individuare un farmaco per tutto e per tutti. Intanto, proviamo a cambiare la nostra idea di disgusto per i topi, visto come vengono sacrificati per noi.




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