L'Italia
è un bellissimo paese. Ora ce lo dicono anche in autostrada, casomai
con i problemi (grossi) che ci ritroviamo lo avessimo dimenticato.
Dalle Alpi all'Etna, dal Gran Sasso al Gennargentu, passando per i
tanti splendidi mari che toccano lo stivale, degli scorci mozzafiato
abbiamo solo l'imbarazzo della scelta. Poi ci sono le città. Lo so,
starete pensando che le città sono forse la nota dolente di questa
penisola. Ed in parte è vero. Se poi ne vediamo le bellezze
artistiche rischiamo di scordarci tutte le negatività, che sono
(ahiloro) affanno quotidiano per chi ci vive. Ma ci sono città e
città. Nel bene e nel male, intendo.
Prendete
Milano, ad esempio. Io ci ho vissuto per 4 anni. Non vi dico come
sono stato: potrei anche farlo subito ma poi rovinerei il pezzo.
Milano è una città fredda. Per alcuni. Non parlo solo
di temperatura, lo avrete
capito. E' quella città che a stento ti dà il buongiorno e il
buonasera, che se abiti in un anonimo condominio a metà strada tra
centro e periferia, conosci a stento i vicini di casa. All'inizio,
per chi viene da fuori (sud o paesino, scegliete voi) può
sembrare
quasi un paradosso italiano. Poi, pian pianino ti abitui, ti sembra
tutto normale ed un po' ti piace. Essere liberi di fare ciò che ti
pare senza essere giudicati. Camminare per le vie di una città che
fa di tutto per essere europea, ma che alla seconda occhiata ancora
non lo è. Usare, con discreto successo, i mezzi pubblici, poter
andare all'una di notte (ho sentito dire spesso “alla una” a
Milano, ancora non ho approfondito la relativa grammatica) più o
meno da un posto all'altro della città senza troppe difficoltà,
sentirti chiedere l'elemosina con discrezione, quasi con eleganza.
Poi
(indovinate un po' ?) c'è Roma. La città eterna. La città
eternamente ancorata alla sua storia. Anche nel modo di fare,
storico, lento, lassista, fatale. Ma basta uno sguardo al centro, un
tramonto dal Gianicolo o
una serata a Trastevere, per sentirsi insieme a casa e al centro del
mondo (bè, ho esagerato, meglio al centro dell'Italia), per
emozionarsi con il brivido di 2000 anni di passato che è ancora
presente. Qui la privacy rispetto alla città lombarda è forse un
po' meno tale, ma se proprio vogliamo farla rispettare basta urlare.
Far capire al prossimo di farsi li caxxx sua. Che in fondo siamo
nella capitale d'Italia, dove tutti devono farsi quelli propri, ed
infatti se li fanno. Per approfondimenti, chiedere alle varie caste,
politiche, mafiose, e non. Quanto a me, non ci ho abitato per tempi
lunghi, ma esserci andato più volte negli ultimi anni della mia
carriera (sì, lo so, il termine non è adeguato ma con questa città
ci stava bene) mi ha aiutato a valutarla meglio. E, devo dire, i
difetti di cui sapevo li ho trovati tutti, i pregi (leggasi bellezza
e fascino) li ho apprezzati meglio nella versione live. In più ho
apprezzato anche le voragini nell'asfalto e il decoro urbano non
proprio smart.
C'è
quindi un modo per dare i voti a due città agli antipodi ? Sapreste
dare la risposta se è più buona la carne o il pesce ? In
assoluto credo proprio di no, ma ognuno ha un'opinione, ed è stupido
chi non la esprime. Da una parte c'è la
Milano (però
non è più “da bere”)
che, nonostante l'etichetta di città a bassa temperatura, raccoglie
generi di prima necessità per i profughi. Dall'altra Roma, ci vai e
te ne innamori, ma è meglio che ci lasci solo il cuore, usare la
testa non è proprio
semplice. Arriva Dan Brown
con uno dei suoi libri ed è subito film, poi James Bond scorrazza
per il prossimo 007, ma anche Sorrentino non scherza affatto
(tralascio l'infinita e prestigiosa cinematografia capitolina). Un
alito di vento e ti sembra di volare, per quanto il cupolone ti
avvisa che l'autonomia è limitata. I peccatori sono pregati di
passare in Vaticano per le indulgenze del caso. Invece nella città
del Manzoni i peccatori sono ben accetti. I più grossi sono stati
addirittura al governo. Sul tema, serrata la lotta con i pari ruolo
romani.
Roma
caput mundi. Milan l'è on
gran Milan. Milano con il suo
lavoro, lavoro e poi il lavoro. Sarà questo il segreto dei meneghini
e del loro circondario ? Forse. Anche
nella capitale si lavora, ma a volte c'è qualcuno che continua a
farlo allungato
sui triclini come un paio di millenni fa.
(si
ringrazia il sito http://www.diariodivic.it/
per la gentile concessione della foto)
Sono innamorata della mia città, così poco conosciuta nella sua storia (recente e pssata) e nella storia dei flussi migratori che vi si sono da sempre passati, stabiliti, integrati.
RispondiEliminaI tuoi giudizi mi imbarazzano, e credo di averti spiegato che le difficoltà sono uguali per tutti, dico tutti tutti tutti, quelli che si trovano a vivere in un luogo diverso da quello in cui sono nati e cresciuti.
Senza spingerti a rileggere il Manzoni (eppure chissà quante volte avrai percorso la via Manzoni) né le civilissime opere che sono il risultato del pensiero illuminista e 'rivoluzionario' (pensa a Beccaria, al Verri..),che sono la base culturale della Milano moderna, non vorrei neppure spingerti a leggere (in traduzione, naturalmente!) Carlo Porta,..pensa allora alla Milano antifascista, Milano Medaglia d'oro, (Parri era un dirigente della soc. Edison, per esempio..) , insomma Milano è altro che i luoghi comuni snocciolati come un mantra da inconsapevoli viaggiatori e/o immigrati temporanei.
Hai mai guardato bene, col cuore aperto davvero, il film di Visconti "Rocco e i suoi fratelli"? (lo facevamo vedere agli studenti delle superiori, qualche anno fa): scostanti i milanesi? O lo sono i nuovi 'milanesi', quelli che portano nella memoria i luoghi comuni della socievolezza del Sud, ad essere gelosi conservatori di una cultura timorosa di aprirsi a nuovi stili di comportamento libero eppure rispettoso e civile?
Non attribuire alle condizioni abitative a cui siamo costretti a vivere (edifici costruiti da immobiliaristi speculatori e cinici) per giungere a maledire l'anonimato e la (benedetta) riservatezza degli abitanti.
Milano ha avuto in questi anni un sindaco e una giunta eccellenti, votati dai cittadini residenti (sai che in città entrano ed escono ogni giorno un milione di pendolari?): la città ne è rinata, in ogni aspetto. E' una città (piuttosto) civile.
Incontro in tram e al mercato rionale un mio assessore, il sindaco mi stringe sempre la mano e mi parla, se lo voglio.
Le proposte culturali sono tantissime, e presenti su tutto il territorio cittadino.
Ci sono ancora dei difetti: ma certamente. I cittadini lo sanno e non riescono ancora a dar sempre una mano là dove occorre.
Penso che non sia utile per nessuno esprimere giudizi da lontano (non geograficamente).
Neppure per Roma:città dove vorrei soggiornare a lungo, cercare di capirne i linguaggi, (sulla sua storia credo di essere abbastanza preparata). Per quanto può valere la mia esperienza da turista direi :"bella bella", ma non vedo l'ora di tornare qui. (p.s. non sono nata a Milano!!)
Innanzitutto grazie per il tuo commento molto esaustivo. Vorrei poi chiarire che un blog, in quanto diario, è fatto anche per provocare, criticare, esprimere certi pensieri: qui lo faccio ogni tanto, come questa volta, altrimenti come avrai visto, mi permetto di scrivere di altre due mie passioni. Credo che avrai capito a quale delle due città dò più valore, ma forse l'amore che nutri per Milano ti ha condotto solo a vedere ciò che ho scritto di poco piacevole.
EliminaDetto ciò, contesto apertamente ciò che dici su “noi terroni” (parole mie) che bolli come “gelosi conservatori di una cultura timorosa di aprirsi a nuovi stili di comportamento libero” (parole tue). Il nuovo stile di comportamento Milano e i milanesi l'hanno portato essenzialmente tra di loro, visto che le differenze e i sorrisini sulla fonetica non proprio corretta (giusto per fare un esempio) li ho vissuti sulla mia pelle; molto probabilmente è stato questo vedersi sul piedistallo di taluni milanesi a portare il timore di aprirsi per certi meridionali. Quindi l'integrazione, mia e di altri, c'è stata eccome, ma non senza pagare dazio. Per me i luoghi comuni ci sono per il Nord, per il Sud, per Milano, Roma e via discorrendo, ma da qui a dire che Milano sia una città accogliente dal punto di vista umano, io ci andrei cauto. Per finire, conosco poco il sindaco e la giunta recente di palazzo Marino e mi piace crederti, ma in passato non è stato affatto così.