Negli anni ’40 il ricercatore inglese Tustin creò un
modello che simulava le azioni consce ed inconsce che una persona compie per
raggiungere un qualsiasi obiettivo fisico, mediante un comportamento di
controllo continuo e lineare. Questa teoria si dimostrò valida anche per la
guida delle prime auto, in quanto si pensava che l’autista seguisse la strada continuamente
con controlli fini. Il tutto si inquadrò nella cosiddetta teoria
dell’inseguimento con controllo. Di recente però qualcuno l’ha messa in
discussione, dimostrando l’esistenza di deviazioni dal comportamento lineare,
assimilabili a veri e propri scatti.
La capacità di prevedere ciò che un conducente sta
per fare nel futuro immediato ed avere quindi un sistema in grado di preparare
la vettura a farlo può sembrare fantascienza ed è un sogno per molti progettisti
e costruttori di automobili. Ma ora sta forse per diventare realtà. I
ricercatori della Chalmers University of Technology di Goteborg hanno
contribuito a chiarire il meccanismo che governa il nostro comportamento per
guidare una vettura, sviluppando un modello che consente di prevedere l’azione
che sta per fare l’autista subito prima di compierla, calcolando ad esempio di
quanto girerà le ruote un attimo prima di sterzare. Si potranno così sviluppare
diverse applicazioni di supporto alla guida per rendere le nostre auto più
sicure; un modo intelligente per aiutare gli autisti affaticati a guidare senza
perdere il controllo del mezzo.
Il concetto alla base della “scoperta” è che il
movimento che facciamo per prendere un oggetto avviene in un tempo indipendente
dalla distanza alla quale l’oggetto si trova (ci muoviamo più velocemente se
l’oggetto è più lontano da noi). Così
gli scienziati hanno raccolto dati su più di 1000 ore di guida, dati
contenenti tutte le correzioni che gli autisti avevano apportato alla
traiettoria dei mezzi mediante lo sterzo. Questi dati hanno confermato la nuova
teoria e il modello creato, smentendo il principio di controllo lineare affermato
70 anni fa da Tustin. Dunque le piccole repentine rotazioni eseguite sullo
sterzo permettono di tenere il percorso desiderato, rispettando ciò che la
teoria prevede, in funzione di parametri rilevati in tempo reale.
Il modello sviluppato dai ricercatori svedesi
potrebbe portare ad una nuova concezione del controllo umano di veicoli. Basterà
impostare lo sterzo intelligente per fare in modo che il mezzo segua la
direzione giusta e sicura anche se l’autista si distrae, cosa sempre più
frequente. Si tratta di un riuscito connubio tra neuroscienze e tecnologie
avanzate dell’automotive, ossia un passo in avanti nella comprensione di ciò
che facciamo e di come questo può essere migliorato. Resta però il dubbio che
un conducente troppo tranquillo e troppo fiducioso degli apparati di bordo
possa essere un pericolo ancora maggiore di chi guida in modo tradizionale,
sapendo di essere il solo responsabile di sé stesso e di chi trasporta.
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