Nell'evoluzione della specie umana,
restringendo il campo agli ultimi quattro milioni di anni, si è passati dagli
australopitechi, che avevano conquistato l'abilità di camminare su due zampe,
oppure di costruirsi degli utensili di pietra, agli umani veri e propri, nei
quali lo sviluppo cerebrale e del senso di sè ha portato ben altri traguardi.
Tra essi, ricordiamo "in ordine di apparizione", l'homo erectus, l'homo neanderthalensis, l'homo
sapiens. Sorvolando sull'erectus e su quanto ci sia rimasto oggi di sapiens, concentriamoci sull'uomo di Neanderthal, il cui nome
deriva dalla valle di Neander, vicino Düsseldorf, dove furono ritrovati i primi
resti fossili. La sua esistenza si colloca più o meno tra 200.000 e 40.000 anni
orsono.
Se nell'accezione comune, l'uomo di
Neanderthal si associa ad un cavernicolo tozzo, con spalle curve e praticamente
animalesco, intento solo a sopravvivere, di recente la scienza sta scoprendo
alcune novità che contraddicono questi pregiudizi preistorici. L'ultimo studio
parla di una sua possibile ricerca dell'estetica, nel senso di distinguere la
bellezza di certi oggetti. Difatti, secondo un'analisi condotta dall'Università
del Kansas, in un sito archeologico croato è stato scoperto un pezzo di roccia
calcarea diversa da quella tipica del posto, come se qualcuno l'avesse spostata
lì solo perché gli piaceva. Pensate a quando siete in montagna o al mare e una
pietra vi stupisce per colore e forma: che fate ? ve lo portate
a casa. Il Neanderthal avrebbe fatto la stessa cosa, dicono gli antropologi.
Il sito è quello di Krapina Neanderthal, circa 40 km a nord di Zagabria. Le tracce
rinvenute sono state datate intorno a 130.000 anni fa. La roccia oggetto dello
studio era stata ritrovata più di 100 anni fa, insieme ad artigli d'aquila,
composti a formare un rudimentale gioiello; in posti simili, sempre risalenti
allo stesso periodo, alcuni archeologi avevano trovato conchiglie colorate in
modo grezzo con dei pigmenti naturali. Nello specifico di quella roccia, è
stato escluso che possa trovarsi nella grotta per altri usi, visto che non
presenta danni o modifiche forzate dall'uomo. Facendo convergere vari dati, gli
scienziati hanno desunto nuove caratteristiche dell'uomo di Neanderthal,
lontane da quel primitivo musone ed incapace di provare sentimenti più tipici
degli ultimi stadi dell'evoluzione. Dunque, alcuni di essi avevano iniziato ad
incorporare oggetti simbolici nella loro cultura.
La grotta presso il sito Krapina è di
roccia arenaria, così la roccia calcarea ritrovata era certamente di
provenienza esterna. Durante la scoperta del sito, ad inizio XX secolo, nessuno
degli oltre 1.000 oggetti catalogati aveva caratteristiche confrontabili con la
calcarea, ma gli archeologi non l'avevano notato. Gli scienziati dello studio
attuale credono che l'uomo raccolse la roccia da un luogo a pochi chilometri a
nord di Krapina, dove sono noti affioramenti di calcare grigio simile a quello
spostato. Ma la provenienza precisa non cambia la novità: il "sasso" era stato
portato volontariamente dall'uomo nella sua grotta, senza che ne avesse una
utilità specifica. Per dirla con parole a noi più consone, l'usufruttuario di
quella dimora, dallo stile esageratamente rustico, probabilmente amava
collezionare oggetti naturali e riportava tra le mura domestiche alcune pietre,
diverse da quelle che era solito scalciare durante le passeggiate a pochi passi
da casa.
In definitiva, cosa sappiamo realmente
dei nostri avi ? tanto, ma poco rispetto a cosa potremmo e potremo
sapere. La storia dell'uomo ci riserva ogni tanto qualche notevole sorpresa come questa, che si può definire una sorta di primo approccio alla bellezza. Quanto ai pregiudizi, dobbiamo necessariamente
usarli anche con i nostri simili così indietro nel tempo ?
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