La genitorialità è un argomento al
centro delle cronache di questi giorni. Forse per i fautori di #svegliatitalia
il termine non è adeguato, in quanto le famiglie da loro proposte non possono
generare. Qui lo stavo usando in senso più ampio, genitori in quanto adulti a
cui è stato affidato un bambino, adulti che si affiancheranno ed equivarranno,
se la legge darà loro ragione, ai genitori naturali. Ma talvolta anche questi
ultimi possono avere qualche difficoltà e non essere in grado di generare. Per
essi, con tutte le fisiologiche discussioni etiche e morali al riguardo, la
scienza e la medicina si sono sbrigate a trovare metodi alternativi per il
concepimento.
Provo a raccontarvi una storia. C’erano
due genitori ai quali i dottori avevano caldamente consigliato di non continuare
a procreare, in quanto da analisi scientifiche vi era una elevata probabilità
di avere un bambino con gravi problemi di salute. Ma l’uomo e la donna decisero
di farlo ugualmente, perché grande era la loro volontà, sacrosanta direi, nonostante
avessero già una bambina e il loro secondogenito era volato in cielo dopo solo
7 mesi. Così nacque James (nome di fantasia), che presentava tutti i problemi
che la medicina aveva probabilisticamente previsto. James, appena uscito dal
grembo della madre, fu trasferito in un ambiente sterile e lì, lontano da tutto
e da tutti, dal mondo intero, ci rimase fino a 12 anni circa, fino a quando un
tentativo di risolvere il suo problema e di abbattere la sua crudele barriera verso
la vita se lo portarono via per sempre.
Immaginate voi, crescendo ed acquisendo
consapevolezza, che cosa è potuto passare nella testolina di James. Pensate che
diceva “a cosa serve che imparo la mia lingua se non posso uscire e parlare?”.
Discorso di una fredda logica, ma come dargli torto. Ora, chi sono io per
giudicare i genitori di James ? nessuno. Però, per fare un esempio contrario,
conosco un marito e una moglie, certamente non unici, che avendo casi in
famiglia con predisposizione ereditaria negativa, ha scelto, presumo con grande
sofferenza ma molto Amore, di non avere figli. Estendo questa scelta a quelle
di chi, facendo dei test prenatale, scopre importanti criticità nel feto e
decide di abortire, per quanto il caso non sia proprio equiparabile ai primi. Alcuni potrebbero obiettare che i figli non si possono scegliere, che la
natura deve fare il suo corso. Ma vi chiedo: queste decisioni sono
egoisticamente prese per evitare vite difficili a chi, ai genitori o ai bambini
? E’ questo il punto.
Siamo dunque maturi per far accettare ai
bambini, il vero snodo delle polemiche pro e contro Cirinnà, famiglie di tutti
i tipi e lasciarli vivere serenamente ? abbiamo la cultura, in Italia, da
Nord a Sud, per far comprendere loro che la forza dell’amore può andare oltre
le leggi della natura ? In molti paesi questo accade e non si hanno notizie di
grandi difficoltà. Da noi sarà la stessa cosa ? Stiamo pensando anche ai
diritti dei bambini, più sacrosanti di quelli dei genitori, naturali e non ?
James è vissuto davvero, in Texas, dal
1971 al 1984. Si chiamava David Joseph Vetter, ma per molti è stato “il bambino
nella bolla”. L’augurio è che nessun bambino in futuro, insieme alla coppia che
il destino gli ha assegnato, possa crescere in una bolla.
(si
ringrazia il sito http://mymoneyavenues.blogspot.it/
per la gentile concessione della foto)
Ciao,è la prima volta che leggo il tuo blog,e questo articolo,per altro molto bello,è per me particolarmente significativo ed interessante. Io mi sono più volte domandata se effettivamente in Italia ci sia una cultura tale da poter far si che un bambino adottato da una coppia omosessuale possa crescere serenamente. Purtroppo,manifestazioni come il family day,e le continue discriminazioni perpetrate a danno degli omosessuali,mi spingono a pensare che nel nostro paese non ci sia la cultura dell'Amore cui ti riferisci,che supera le leggi della natura. Vorrei che ci fosse,vorrei che esistesse,ma la realtà,al momento non è particolarmente rassicurante. Peraltro,come scrivo sul mio blog,per me ridurre la famiglia a mera capacità di riprodursi,a mera biologia,significa svilirla,mortificarne l'essenza più profonda,ma questa è solo la mia opinione.
RispondiEliminaSaluti
Ciao, ti ringrazio per il tuo commento e per i graditi apprezzamenti. Il senso del pezzo era proprio questo, secondo me i familyday sono niente in confronto a quanta strada dobbiamo fare (noi italiani) per accettare culturalmente qualcosa che diverso non è, ma lo è per le nostre tradizioni dure a morire. Esempio ne siano tutti i femminicidi, retaggio del pensiero arcaico secondo cui l'uomo può disporre della donna, fino all'estremo e inaccettabile limite di decidere anche della sua vita.
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