Clima, non c'è trippa per gatti. E' il primo, brutale, pensiero che mi è venuto quando ho letto un articolo pubblicato sul webzine dell'MIT di Boston da uno scienziato climatologo, Ken Caldeira, che lavora presso il Dipartimento di Ecologia Globale della Carnegie Institution for Science, alla Stanford University. In parole povere, Caldeira afferma che tutti gli sforzi provenienti dalla COP21 di Parigi non serviranno a niente se, da come sembra, i politici si impegneranno ad un livello molto al di sotto del necessario per ridurre in modo sostanziale il rischio climatico. Allora il destino del nostro splendido pianeta è davvero segnato ?
Caldeira parte da una
sua analisi introspettiva e di crescita della sua consapevolezza, essendo
passato da un ottimismo basato sull'uso sfrenato, con le necessarie tecnologie,
dell'energia eolica e solare, fino ad una più recente comprensione del fatto
che queste due fonti rinnovabili, sommati ad una più capillare diffusione del
gas naturale, potrebbe solo ridurre le emissioni di gas serra derivanti dalla
produzione di energia elettrica di circa due terzi. Risultato non sufficiente
perchè l'elettricità è responsabile solo per circa un terzo del totale
dell'inquinamento globale dovuto all'anidride carbonica, che aumenta di oltre il
2% l'anno. Quindi, anche se sistemassimo questo settore, entro un decennio o
due le emissioni tornerebbero ai livelli di oggi.
Oltre all'azione
immediata di drastica riduzione dei gas climalteranti, con timeline molto
stretta, è assolutamente necessario invertire la rotta sulle deforestazioni,
passare rapidamente alla mobilità elettrica ed utilizzare la stessa elettricità
anche per il riscaldamento, tendenza ormai in disuso visto la sua bassissima
efficienza; investire su sistemi di stoccaggio dell'energia eolica e solare e
forse ripensare all'energia nucleare. Ciò richiederebbe un sistema di
produzione di energia elettrica molto più grande e complesso di quello odierno.
Possiamo davvero utilizzare la tecnologia esistente per ampliare questo sistema
in modo così evidente, e allo stesso tempo far decrescere le emissioni nocive
in termini importanti ?
Dato che entro la fine
del secolo saremo circa 11 miliardi, secondo Caldeira il fabbisogno di energia
potrebbe crescere di un fattore 10. Ma lo stesso fattore servirebbe allo stato
attuale per decimare il livello totale di emissioni. Il conto finale potrebbe
essere drammatico: dover ridurre le emissioni totali di un fattore 100, il che
è mera utopia. Com'è noto, la maggior parte della crescita delle emissioni è prevista
venire dalle economie emergenti, desiderose di dare alle loro popolazioni
povere un'assistenza sanitaria di base, un'adeguata istruzione e un lavoro.
Potrà allora il lato occidentale del mondo chiedere che le persone di quei
paesi poveri facciano morire di fame i bambini o non curino persone malate solo
perchè non devono utilizzare combustibili fossili ? I paesi più ricchi
pagherebbero per i più poveri la differenza di costo tra i sistemi di energia
puliti e quelli inquinanti? Certo, sulla carta, ma non in pratica, visto che
non hanno neanche la mentalità di investire in tecnologie green per proteggere
loro stessi.
Per lo scienziato
statunitense, due soluzioni semplici, almeno dal punto di vista economico,
sarebbero di tassare l'utilizzo di combustibili fossili, in funzione di quanto
emettono, e di puntare fortemente (e nuovamente) sugli incentivi. Anche perchè
la rimozione ed il sequestro della CO2 non funzionano come inizialmente
sperato: più facile purificare gli scarichi delle ciminiere, molto difficile
pensare di pulire l'atmosfera dai gas già presenti o che si immettono senza
alcun filtro. Naturalmente, in aggiunta a tecnologie e politiche fiscali, la
cultura generale dovrebbe cambiare rapidamente: fare scelte importanti, quando
si progetta un edificio o un veicolo, che vadano al di là dei costi e che
tengano conto in primis dell'aspetto ambientale.
Sarà puro catastrofismo
quello del professor Caldeira ? Può darsi. La COP21 porterà una svolta decisiva
per il bene dei nostri discendenti, oppure (è il caso di dire) solo fumo negli
occhi ? Ce lo auguriamo davvero. Certo, l'adesione massiccia della quasi
totalità dei paesi mondiali è emblematica della portata del problema. Ma di qua
a dire che possa venirne anche una corretta soluzione, la strada è lunga e
tortuosa.
(fonte
http://www.technologyreview.com/featuredstory/543916/stop-emissions/
; si ringrazia il sito http://zeenews.india.com/
per la gentile concessione della foto)
Finchè si troveranno intorno ad un tavolo a mangiare e bere a spese nostre non penso faranno qualcosa di diverso dal curare solo gli interessi economici di chi li fa governare. Certamente ognuno di noi può cominciare a muoversi e diffondere la possibilità (per la nostra terra) di usare la tecnologia degli EM (Microrganismi Effettivi) già messa a punto dal Prof.Teruo Higa......
RispondiEliminaGrazie per il tuo commento Mauro. Hai ragione quando dici che forse dal basso, da tutti noi cittadini comuni può venire una reale soluzione: ben vengano quindi metodologie naturali ed a ridotto impatto ambientale come gli EM.
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