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mercoledì 2 dicembre 2015

La COP21 potrebbe non servire


Clima, non c'è trippa per gatti. E' il primo, brutale, pensiero che mi è venuto quando ho letto un articolo pubblicato sul webzine dell'MIT di Boston da uno scienziato climatologo, Ken Caldeira, che lavora presso il Dipartimento di Ecologia Globale della Carnegie Institution for Science, alla Stanford University. In parole povere, Caldeira afferma che tutti gli sforzi provenienti dalla COP21 di Parigi non serviranno a niente se, da come sembra, i politici si impegneranno ad un livello molto al di sotto del necessario per ridurre in modo sostanziale il rischio climatico. Allora il destino del nostro splendido pianeta è davvero segnato ?

Caldeira parte da una sua analisi introspettiva e di crescita della sua consapevolezza, essendo passato da un ottimismo basato sull'uso sfrenato, con le necessarie tecnologie, dell'energia eolica e solare, fino ad una più recente comprensione del fatto che queste due fonti rinnovabili, sommati ad una più capillare diffusione del gas naturale, potrebbe solo ridurre le emissioni di gas serra derivanti dalla produzione di energia elettrica di circa due terzi. Risultato non sufficiente perchè l'elettricità è responsabile solo per circa un terzo del totale dell'inquinamento globale dovuto all'anidride carbonica, che aumenta di oltre il 2% l'anno. Quindi, anche se sistemassimo questo settore, entro un decennio o due le emissioni tornerebbero ai livelli di oggi.

Oltre all'azione immediata di drastica riduzione dei gas climalteranti, con timeline molto stretta, è assolutamente necessario invertire la rotta sulle deforestazioni, passare rapidamente alla mobilità elettrica ed utilizzare la stessa elettricità anche per il riscaldamento, tendenza ormai in disuso visto la sua bassissima efficienza; investire su sistemi di stoccaggio dell'energia eolica e solare e forse ripensare all'energia nucleare. Ciò richiederebbe un sistema di produzione di energia elettrica molto più grande e complesso di quello odierno. Possiamo davvero utilizzare la tecnologia esistente per ampliare questo sistema in modo così evidente, e allo stesso tempo far decrescere le emissioni nocive in termini importanti ?

Dato che entro la fine del secolo saremo circa 11 miliardi, secondo Caldeira il fabbisogno di energia potrebbe crescere di un fattore 10. Ma lo stesso fattore servirebbe allo stato attuale per decimare il livello totale di emissioni. Il conto finale potrebbe essere drammatico: dover ridurre le emissioni totali di un fattore 100, il che è mera utopia. Com'è noto, la maggior parte della crescita delle emissioni è prevista venire dalle economie emergenti, desiderose di dare alle loro popolazioni povere un'assistenza sanitaria di base, un'adeguata istruzione e un lavoro. Potrà allora il lato occidentale del mondo chiedere che le persone di quei paesi poveri facciano morire di fame i bambini o non curino persone malate solo perchè non devono utilizzare combustibili fossili ? I paesi più ricchi pagherebbero per i più poveri la differenza di costo tra i sistemi di energia puliti e quelli inquinanti? Certo, sulla carta, ma non in pratica, visto che non hanno neanche la mentalità di investire in tecnologie green per proteggere loro stessi.

Per lo scienziato statunitense, due soluzioni semplici, almeno dal punto di vista economico, sarebbero di tassare l'utilizzo di combustibili fossili, in funzione di quanto emettono, e di puntare fortemente (e nuovamente) sugli incentivi. Anche perchè la rimozione ed il sequestro della CO2 non funzionano come inizialmente sperato: più facile purificare gli scarichi delle ciminiere, molto difficile pensare di pulire l'atmosfera dai gas già presenti o che si immettono senza alcun filtro. Naturalmente, in aggiunta a tecnologie e politiche fiscali, la cultura generale dovrebbe cambiare rapidamente: fare scelte importanti, quando si progetta un edificio o un veicolo, che vadano al di là dei costi e che tengano conto in primis dell'aspetto ambientale.

Sarà puro catastrofismo quello del professor Caldeira ? Può darsi. La COP21 porterà una svolta decisiva per il bene dei nostri discendenti, oppure (è il caso di dire) solo fumo negli occhi ? Ce lo auguriamo davvero. Certo, l'adesione massiccia della quasi totalità dei paesi mondiali è emblematica della portata del problema. Ma di qua a dire che possa venirne anche una corretta soluzione, la strada è lunga e tortuosa.



(fonte http://www.technologyreview.com/featuredstory/543916/stop-emissions/ ; si ringrazia il sito http://zeenews.india.com/ per la gentile concessione della foto)

2 commenti:

  1. Finchè si troveranno intorno ad un tavolo a mangiare e bere a spese nostre non penso faranno qualcosa di diverso dal curare solo gli interessi economici di chi li fa governare. Certamente ognuno di noi può cominciare a muoversi e diffondere la possibilità (per la nostra terra) di usare la tecnologia degli EM (Microrganismi Effettivi) già messa a punto dal Prof.Teruo Higa......

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    1. Grazie per il tuo commento Mauro. Hai ragione quando dici che forse dal basso, da tutti noi cittadini comuni può venire una reale soluzione: ben vengano quindi metodologie naturali ed a ridotto impatto ambientale come gli EM.

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