Poche
settimane fa gli appassionati dei film fantascientifici hanno
celebrato la data che nella saga del cult movie “Ritorno al
futuro” era il futuro del film. Nella storia lo scienziato Doc
aveva fatto andare avanti nel tempo i protagonisti, dal 1985 di
allora al 2015 di adesso, 21 ottobre per la precisione. Quello che
era fantascienza 30 anni fa oggi non è ancora diventata scienza, e
chissà se lo sarà mai. Ma probabilmente questa ipotesi è entrata
nelle discussioni degli scienziati, per non dire dei sognatori,
grazie all’incommensurabile genio di un fisico tedesco. Egli
pubblicò la sua teoria sulla relatività giusto 100 anni fa.
Era
il novembre del 1915 quando Albert Einstein pubblicò quattro
articoli, uno a settimana, in cui spiegava la teoria della relatività
generale all'umanità. Chiaramente la spiegava ai suoi colleghi, ma
col tempo sarebbe arrivata a tutti. Nessuno però, né i primi né i
secondi, erano preparati ad una tale rivoluzione. Lo spazio era per
tutti un punto fermo ed invariabile, basato sulle geometria euclidea,
quella delle due rette parallele che non si incontrano mai, per
capirci. La nuova teoria parlava di un’accoppiata spazio-tempo che
cambia in modo dinamico ed è legata sia alla massa che alla densità
di energia dell'universo. Naturalmente questa nuova visione non fu
immediatamente accettata. Nel 1919 la spedizione navale di Sir
Eddington per le isole di Sao Tomè e Principe dimostrò,
approfittando di una eclissi, che il sole riusciva a modificare il
percorso della luce emessa da una stella ad esso vicina: era una
conferma della teoria di Einstein.
Einstein
aveva previsto che nello spazio e nel tempo di quando ci si avvicina
alla velocità della luce, il passare del tempo dipende anche dalla
forza del campo gravitazionale. Ciò implica che gli orologi soggetti
ad una maggiore gravità battono più lentamente rispetto a quelli
che si trovano in un ambiente gravitazionale debole. Questa
previsione fu testata nel 1971, quando gli studiosi statunitensi
Hafele e Keating confrontarono il tempo segnato da alcuni orologi
atomici, i più precisi al mondo, in parte fatti volare intorno alla
Terra e in parte lasciati a terra in laboratorio. Ebbene, quelli che
non si erano mossi segnavano un tempo diverso rispetto a quelli in
volo (diverso di frazioni molto piccole di un secondo), in accordo
esatto con le previsioni della relatività generale.
Per
venire ai giorni nostri, pensate al GPS ormai integrato in tutti gli
smartphone. Questo sistema si basa su una serie di satelliti che
orbitano intorno alla terra, quindi rispetto ai nostri orologi (e ai
nostri telefoni) sono meno influenzati dalla gravità. Proprio
tenendo conto di queste differenze di sincronismo temporale dettate
dalla relatività generale si riesce a stabilire con buona precisione
dove ci troviamo. Se così non fosse il sistema potrebbe sbagliare
fino a 10 km, dunque non sarebbe divenuto uno standard universale
alla portata di tutti. Per fisici ed astrofisici la teoria
einsteniana trova numerosi riscontri e regala possibilità di grande
visione per la ricerca. Chissà quante volte volgono con gratitudine
il pensiero a quei giorni di un secolo fa.
E’
fuori dubbio affermare che la teoria della relatività generale di
Einstein sia stata una delle conquiste scientifiche ed intellettuali
più sbalorditive di sempre. Ha cambiato totalmente il concetto di
spazio e di tempo per gli scienziati: uno spazio e un tempo su cui si
basa tutto il nostro pensiero, teorico, empirico e filosofico, circa
l’intero universo. Lo spazio si può piegare e deformare sotto
l'influenza della materia, anche se non è un’esperienza molto
familiare per noi. Massa ed energia sono indissolubilmente
intrecciate con la forma dello spazio e del tempo. Il tutto
(semplificando molto) racchiuso nella nota equazione E=mc2
. Un trionfo di uno scienziato, di un uomo, di una sola intelligenza
che accese un faro luminoso sul mistero comunque immenso
dell’universo. E se pensiamo che al liceo lo studente Albert era
stato rimandato in matematica, bè, ragazzi, forse c'è gloria anche
per voi. Basta crederci. Ed avere una mente più che geniale.
(fonte
http://www.space.com/31020-relativity-is-no-fantasy.html
; si ringrazia il
sito http://www.amnestyindia.org/
per la gentile concessione della foto)
Nessun commento:
Posta un commento