Qualche notte fa mi sveglio per un ronzio ad un orecchio. Mi sarò sbagliato, così riprendo a dormire. Passa poco e lo riavverto. Avrò dimenticato di accendere il Vape, mi dico. Il Vape ? ma siamo quasi a Natale ed io sono sotto il piumone, non è possibile ! E invece sì, c’è una zanzara assetata del mio sangue nella camera da letto. Mi rassegno e cerco di coprirmi la testa in qualche modo, vantaggio invernale di cui in estate non posso usufruire.
Sembra che sia stato l’anno più caldo degli ultimi
150 anni. E dire che in questo record da guinness quasi nessuno ci voleva
entrare. Ma i dati oggi sono una questione difficilmente discutibile: il clima
mondiale sta cambiando in modo sensibile e ci troviamo, tra gli effetti minori,
le zanzare come indesiderati regali di Natale, senza nemmeno poterli riciclare.
Quando anni fa spuntarono i partiti dei Verdi, in Italia come in altre parti
d’Europa, non mi sembrò una trovata geniale. Da una parte mi dicevo: se per
ogni questione sociale si dovesse creare un partito ne avremmo a bizzeffe (poi
è successo lo stesso ma per altri motivi); inoltre non avevamo, né io né molti
altri, la sensibilità e la comprensione di
quale urgenza ci fosse dietro questo problema. Ma ora non è più solo un
incombenza sociale e politica, oppure circoscrivibile soltanto ad alcuni stati
o aree del mondo: è davvero estesa e globalizzata, perchè il clima mondiale è in
una fase di profonde modificazioni, portando gli effetti di cui sappiamo. E
potrebbe essere solo l’inizio.
Più del 95% degli scienziati sul pianeta sostiene la
teoria antropocenica: non è più quindi il caso di credere ai cicli climatici
che si ripetono con periodi più o meno lunghi, anche se sono rimasti senza però
essere predominanti sulla sadica mano dell’uomo, irrispettosa dell’ambiente.
Non è nemmeno pensabile a cause con effetti transitori che spariscono dalla
sera alla mattina, miracolosamente e senza nessun intervento, serio e pianificato,
da parte di chi decide ma anche di ognuno di noi. Il vero problema è che la gente crede sempre che
siano i governanti a doverci pensare, che dipenda dalle strategie pensate nelle
stanze dei bottoni, che se uso l’auto per andare in un posto servito bene dai
mezzi pubblici, o se acquisto un prodotto senza guardare affatto l’etichetta
per conoscerne l’impatto ambientale, non fa nessuna differenza: niente di più
sbagliato. La comunità nel bene e nel male la facciamo noi, con le nostre
scelte e i relativi stili di vita: deve essere chiaro che il bene collettivo
non matura da solo senza gli sforzi, anche piccoli, di 7 miliardi e passa di
singoli individui.
L’ambiente è un bene primario di tutti e va rispettato
da tutti. E’ la nostra prima casa, in più è gratuita. Come ha detto qualcuno,
la terra (intesa non solo come terreno fisico ma tutto ciò che di buono ci
offre madre natura) non la ereditiamo dai nostri genitori ma ce l’abbiamo in
prestito dalle future generazioni, è un obbligo etico e morale restituirlo
almeno nelle condizioni originarie. Con la speranza che i frutti di questo
dovere, ossia il ripristino delle sane condizioni di vivibilità a tutte le
latitudini, siano godibili il più presto possibile. La natura siamo noi, uomini,
animali, piante, esseri viventi e non, tutti figli dello stesso progetto
supremo che non dovremmo arrogarci il diritto di cambiare, al massimo di farlo in
meglio. Capire a fondo questo concetto, questa cultura della responsabilità e
della sostenibilità, comportandosi di conseguenza: è questo l’augurio che faccio
a tutti noi.
(si ringrazia www.shutterstock.com per la gentile concessione della foto)
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