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lunedì 7 luglio 2014

Prevenire i danni dell’obesità attraverso una nuova proteina



E' noto che l'obesità porta a diversi problemi di salute, dal diabete alle malattie cardiache, al cancro. Anche per questo nel 2013 l'American Medical Association l’ha classificata come una vera e propria malattia. Per la maggior parte dei medici le persone obese sane, cioè con normali livelli di zucchero nel sangue e di pressione sanguigna, sono in una fase transitoria che molto probabilmente li porterà ad ammalarsi, mostrando delle sindrome metaboliche in cui i livelli di glucosio, colesterolo e lipidi saliranno in modo pericoloso.

Per capire quando si verifica il passaggio da un'obesità tollerata dall’organismo a quella critica, alcuni ricercatori all’Università di Vienna, facoltà di Medicina, hanno osservato come si comporta una proteina chiamata Heme-Ossigenasi-1 (HO-1), inizialmente pensata per bloccare i processi infiammatori che portano dall’obesità alle malattie metaboliche. Quando le isole pancreatiche, piccole masse di cellule del pancreas che producono l'insulina, sono esposti ad elevati livelli di sostanze nutritive, come succede a chi mangia tanto e male, esse si infiammano e possono funzionare male o in parte morire, facendo diminuire la secrezione di insulina e causando il diabete di tipo 2

I ricercatori hanno esaminato sangue, grasso e tessuto epatico da un gruppo di 44 persone obese apparentemente sane: di queste, 27 hanno mostrato i primi segni di resistenza all'insulina, un comportamento precursore del diabete. Analizzando il loro livello della proteina HO-1 si è visto che era il doppio di quello dei restanti: dunque, sembrava corretta l’ipotesi che l’alta quantità di HO-1 stava causando quella resistenza.  Gli esami sono stati estesi anche sui topi, prima rimuovendo l’HO-1 e verificando la corretta sensibilità all’insulina, poi aggiungendone più del normale: questo faceva crescere la resistenza all’insulina degli animali. Tutti gli esperimenti fatti hanno confermato che la proteina HO-1 è un marcatore molto precoce delle malattie metaboliche causate dall’obesità.

Per avere un quadro ancora più completo, gli scienziati austriaci hanno rilevato differenze significative di tale proteina già tra le persone non obese e quelle obese sane, a sostegno della teoria secondo cui queste ultime si trovano in una situazione minimamente compromessa. Conoscere ciò che provoca la sindrome metabolica può rendere più facile la diagnosi ed il trattamento della stessa. Resta valido il concetto che alimentazione corretta e sano stile di vita sono la migliore prevenzione; però, se queste semplici regole continueranno a non essere rispettate, vi sarà uno strumento scientifico in più per fermare in tempo le complicazioni cliniche dell’obesità.

 (fonte http://news.sciencemag.org/biology/2014/07/can-you-be-obese-and-still-be-healthy )

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