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martedì 7 aprile 2015

Lo stato di salute è scritto sul viso


Durante l'invecchiamento sui volti umani si verificano diversi cambiamenti. Con queste variazioni fisiologiche si può capire se siamo in buona salute o meno, a seconda di quanto esse stiano procedendo velocemente. E’ ciò che emerge da uno studio condotto alla Chinese Academy of Sciences e pubblicato su Nature, effettuato mediante un’analisi tridimensionale delle immagini facciali, associata allo stato reale di salute delle persone esaminate.

Alcune persone sono in grado, tramite la loro esperienza e un po’ di fortuna, di indicare in modo abbastanza accurato, con uno scarto minimo, l’età di una persona in base al loro volto. Naturalmente si tratta di un metodo meno che empirico ma, cosa più interessante, quelle volte che sbagliano potrebbe essere perché i segni di invecchiamento su quel viso o, al contrario, di conservazione giovanile, sono superiori alla media. Ebbene, lo studio cinese afferma che tali segni non sono dovuti al caso, ma sono sinonimi di una salute non buona. Gli scienziati dell’accademia cinese hanno pensato che individuando delle caratteristiche pregnanti sui lineamenti del volto è possibile risalire all’età effettiva della persona, ossia non l’età anagrafica ma quella che dimostra come il tempo stia avendo effetto sulle cellule del nostro organismo. Pertanto, confrontando questa età fisiologica con quella effettiva, uno scostamento importante può diventare un parametro di attenzione sul comportamento del corpo umano.

Così hanno usato delle tecniche avanzate 3D di imaging facciale sull’uomo per capire se la tecnologia è in grado di generare dei marcatori di invecchiamento affidabili. Dopo aver acquisito 300 immagini tridimensionali di visi cinesi tra i 17 e 77 anni, insieme ai loro profili ematici, hanno generato una sorta di mappa della invecchiamento del viso umano. A partire da misure antropometriche, tipo rughe sugli occhi, superficie della pelle cadente, palpebre cascanti, bocche e nasi più ampi, una maggiore distanza tra bocca e naso, hanno realizzato un modello matematico e poi il relativo software per predire l’età. Come risultato si è ottenuto uno scostamento massimo di più o meno 6 anni di età giudicata dal solo viso, tra soggetti che invece avevano la stessa età anagrafica.

Confrontando le persone con i maggiori scostamenti è venuto fuori che l’invecchiamento o il virtuale ringiovanimento calcolato dal software coincideva con profili ematici sintomatici della salute. Questo è vero a maggior ragione se si considera la differenza tra uomo e donna, visto che le correlazioni tra indicatori del sangue e l'età sono diversi a seconda del sesso. Ciò indica che i cambiamenti facciali legati all'invecchiamento sono marcatori più generali e stabili per determinare come le caratteristiche del sangue stanno cambiando col tempo e, soprattutto, se lo stanno facendo troppo rapidamente. Ecco perché può essere utile per valutare i rischi di malattie associate all'invecchiamento e progettare trattamenti personalizzati.

Lo studio ha dato un’evidenza scientifica applicato alla fisionomia cinese. Non è dato di sapere se è possibile riscontrare tendenze simili in altri gruppi etnici. Questo è ancora più vero in quelle parti del mondo dove la “civiltà” ha lasciato libero sfogo a chi ha desiderato cancellare i segni del tempo dal proprio viso. In quei casi il software non riuscirà a riscontrare la firma dell’invecchiamento su un volto manipolato e ristrutturato. A meno che i programmatori non introducano nell’analisi facciale anche un fattore di intelligenza, riconoscendo come stupidi i possessori dei volti di plastica.


(fonte http://www.nature.com/cr/journal/vaop/ncurrent/full/cr201536a.html ; si ringrazia il sito http://news.sciencemag.org per la gentile concessione dell’immagine)


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