In Italia il web è più diffuso tra i
giovani e le famiglie con bambini: l’89% di famiglie con figli hanno accesso a
Internet. Nello specifico, il 45% dei bambini tra 6 e 10 anni, l’81% tra 11 e 14 e il 90% tra 15 e 19 anni navigano
spesso in rete. Nel belpaese giocano un ruolo positivo i nonni, che usano il
digitale con i nipoti, imparando ad usarlo con loro. La situazione non è tanto
diversa in altri stati europei. Sono i risultati di uno studio del JRC sull'uso
delle tecnologie digitali da parte dei bambini, che sollecita le scuole e gli
insegnanti a migliorare quanto prima l'alfabetizzazione digitale e mediatica. Per
inciso, il JRC (Joint Research Centre)
è l’unità scientifica della Commissione Europea che compie ricerche
indipendenti per supportare alcune politiche comunitarie.
Lo studio mostra due fatti importanti.
Primo, l'uso di queste tecnologie per l'apprendimento nelle scuole
migliora la percezione dei genitori delle stesse e, a sua volta, aiuta
l'apprendimento digitale dei bambini e consente un uso più “sano” dei
dispositivi connessi. Un vero e proprio ciclo
virtuoso. Secondo, si evince che le abilità digitali dei bambini
rispecchiano quelle dei loro genitori. Difatti, sulla base di interviste con
234 famiglie in 21 paesi, si nota che le competenze digitali dei piccoli si
sviluppano ormai dalla più tenera età, principalmente a casa, basandosi
sull'osservazione dei genitori e del comportamento degli eventuali fratelli più
grandi. Ma questo vale anche per l’abuso: papà e mamma troppo social non sono
di buon esempio per i figli, com’è normale che sia.
L'atteggiamento dei genitori nei
confronti delle tecnologie digitali ha un ruolo importante verso l’uso delle
stesse nei bimbi, quindi anche nella formazione delle relative competenze. La maggioranza crede che la padronanza di
tali tecnologie sia fondamentali; ciononostante si fa fatica a trovare un
equilibrio tra l'uso costruttivo delle tecnologie digitali e quello deleterio. Di
conseguenza, le strategie genitoriali al riguardo sono principalmente motivate
da timori di possibili effetti negativi su vista, concentrazione, capacità
cognitive e comportamento sociale, paure che solo parzialmente corrispondono a
rischi reali. Da focus su alcuni paesi è emerso che i genitori non sempre
comunicano con i propri figli sui rischi legati all'uso di tale tecnologia, perché credono che questa conversazione possa innescare la curiosità
dei bambini nell’intraprendere attività poco sicure. Della serie “Pierino non
fare quella cosa!”, e Pierino la fa.
Le scuole restano fondamentali per
promuovere un uso significativo dei dispositivi digitali. Alcuni genitori
sottolineano che le scuole posseggono una posizione strategica per fornire guide
importanti nello sviluppo delle competenze digitali. Così, tendono a sostenere
le opportunità di apprendimento dei piccoli, soprattutto se le scuole
integrano significativamente certe tecnologie nelle loro richieste di compiti a
casa. In alcuni campioni provenienti da diversi paesi dell'UE, lo studio del JRC
conferma l’influenza che la scuola può avere
sull'acquisizione di competenze digitali, incluso l'uso creativo, quando
il digitale viene usato come strumento di apprendimento attivo, rispetto ad una
mera fonte di informazione, fonte spesso non certa.
La Commissione Europea ha lanciato
diverse iniziative di educazione digitale. Una di queste è SELFIE (self-reflection tool for digitally capable
schools), nata nel 2017, che si prefigge di arrivare ad un milione di
utenti entro il 2019. Selfie dovrebbe
servire come strumento per le scuole al fine di valutare i loro punti di forza
e di debolezza nell'uso delle tecnologie digitali per l'apprendimento. Ancora, da alcuni anni esiste Code Week (letteralmente, la settimana
del codice), un movimento volontario che promuove il pensiero computazionale,
la codifica e le attività legate alla tecnologia, sia nelle scuole che in altri
ambiti sociali.
Nota personale. Non credo che il
digitale sia l’unico strumento di crescita di bambini e ragazzi. Se non
affiancassimo attività di libero pensiero, di riflessione, di giudizio obiettivo,
perderemmo spirito critico ed intelligenza emotiva nella società del futuro. Ma,
dato che gli strumenti digitali hanno apportato una sorta di trasformazione
antropologica, sono pienamente d’accordo che i nostri figli debbano essere
messi nelle migliori condizioni per un uso consapevole.
(fonte https://ec.europa.eu/jrc/en/news/boosting-children-s-digital-literacy-urgent-task-schools;
si ringrazia il sito https://www.entrepreneur.com
per la gentile concessione della foto)
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