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lunedì 10 settembre 2018

I bambini, i genitori e il digitale


In Italia il web è più diffuso tra i giovani e le famiglie con bambini: l’89% di famiglie con figli hanno accesso a Internet. Nello specifico, il 45% dei bambini tra 6 e 10 anni, l’81%  tra 11 e 14 e il 90% tra 15 e 19 anni navigano spesso in rete. Nel belpaese giocano un ruolo positivo i nonni, che usano il digitale con i nipoti, imparando ad usarlo con loro. La situazione non è tanto diversa in altri stati europei. Sono i risultati di uno studio del JRC sull'uso delle tecnologie digitali da parte dei bambini, che sollecita le scuole e gli insegnanti a migliorare quanto prima l'alfabetizzazione digitale e mediatica. Per inciso, il JRC (Joint Research Centre) è l’unità scientifica della Commissione Europea che compie ricerche indipendenti per supportare alcune politiche comunitarie.

Lo studio mostra due fatti importanti. Primo, l'uso di queste tecnologie per l'apprendimento nelle scuole migliora la percezione dei genitori delle stesse e, a sua volta, aiuta l'apprendimento digitale dei bambini e consente un uso più “sano” dei dispositivi connessi. Un vero e proprio ciclo  virtuoso. Secondo, si evince che le abilità digitali dei bambini rispecchiano quelle dei loro genitori. Difatti, sulla base di interviste con 234 famiglie in 21 paesi, si nota che le competenze digitali dei piccoli si sviluppano ormai dalla più tenera età, principalmente a casa, basandosi sull'osservazione dei genitori e del comportamento degli eventuali fratelli più grandi. Ma questo vale anche per l’abuso: papà e mamma troppo social non sono di buon esempio per i figli, com’è normale che sia.

L'atteggiamento dei genitori nei confronti delle tecnologie digitali ha un ruolo importante verso l’uso delle stesse nei bimbi, quindi anche nella formazione delle relative competenze.  La maggioranza crede che la padronanza di tali tecnologie sia fondamentali; ciononostante si fa fatica a trovare un equilibrio tra l'uso costruttivo delle tecnologie digitali e quello deleterio. Di conseguenza, le strategie genitoriali al riguardo sono principalmente motivate da timori di possibili effetti negativi su vista, concentrazione, capacità cognitive e comportamento sociale, paure che solo parzialmente corrispondono a rischi reali. Da focus su alcuni paesi è emerso che i genitori non sempre comunicano con i propri figli sui rischi legati all'uso di tale tecnologia, perché credono che questa conversazione possa innescare la curiosità dei bambini nell’intraprendere attività poco sicure. Della serie “Pierino non fare quella cosa!”, e Pierino la fa.

Le scuole restano fondamentali per promuovere un uso significativo dei dispositivi digitali. Alcuni genitori sottolineano che le scuole posseggono una posizione strategica per fornire guide importanti nello sviluppo delle competenze digitali. Così, tendono a sostenere le opportunità di apprendimento dei piccoli, soprattutto se le scuole integrano significativamente certe tecnologie nelle loro richieste di compiti a casa. In alcuni campioni provenienti da diversi paesi dell'UE, lo studio del JRC conferma l’influenza che la scuola può avere  sull'acquisizione di competenze digitali, incluso l'uso creativo, quando il digitale viene usato come strumento di apprendimento attivo, rispetto ad una mera fonte di informazione, fonte spesso non certa.

La Commissione Europea ha lanciato diverse iniziative di educazione digitale. Una di queste è SELFIE (self-reflection tool for digitally capable schools), nata nel 2017, che si prefigge di arrivare ad un milione di utenti entro il 2019. Selfie dovrebbe servire come strumento per le scuole al fine di valutare i loro punti di forza e di debolezza nell'uso delle tecnologie digitali per l'apprendimento.  Ancora, da alcuni anni esiste Code Week (letteralmente, la settimana del codice), un movimento volontario che promuove il pensiero computazionale, la codifica e le attività legate alla tecnologia, sia nelle scuole che in altri ambiti sociali.

Nota personale. Non credo che il digitale sia l’unico strumento di crescita di bambini e ragazzi. Se non affiancassimo attività di libero pensiero, di riflessione, di giudizio obiettivo, perderemmo spirito critico ed intelligenza emotiva nella società del futuro. Ma, dato che gli strumenti digitali hanno apportato una sorta di trasformazione antropologica, sono pienamente d’accordo che i nostri figli debbano essere messi nelle migliori condizioni per un uso consapevole.




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